Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 6 settembre 2024, n. 125, e l'attuazione della Direttiva UE 2022/2464 (CSRD), il revisore legale assume una nuova e cruciale responsabilità: quella di garantire la conformità delle informazioni di sostenibilità fornite dalle imprese. La figura del revisore della sostenibilità emerge, quindi, come garante della trasparenza e dell'affidabilità dei dati comunicati, non solo a beneficio delle imprese, ma anche a tutela degli investitori e degli altri stakeholder.
La normativa impone alle grandi imprese e alle PMI quotate, escluse le microimprese, di redigere un bilancio di sostenibilità secondo gli standard fissati dalla Commissione Europea, gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Questi obblighi si inseriscono in un quadro di maggiore attenzione all'impatto delle attività aziendali su ambiente, diritti umani e questioni sociali. A fronte di ciò, il ruolo del revisore non è più circoscritto alla sola revisione contabile, ma si estende alla verifica e attestazione della conformità di queste nuove informazioni non finanziarie.
Il ruolo del revisore nella sostenibilità - Il decreto stabilisce che l’incarico di attestare la conformità delle rendicontazioni di sostenibilità può essere affidato a un revisore legale, persona fisica o società, purché abilitato ai sensi del D.Lgs. 39/2010. Questo revisore può essere lo stesso che già si occupa della revisione del bilancio, ma deve garantire che l’attestazione sulla sostenibilità sia firmata da un professionista con competenze specifiche in questo ambito.
In particolare, la normativa prevede un regime transitorio fino al 1° gennaio 2026, che consente ai revisori già iscritti al registro di acquisire le competenze richieste tramite la formazione continua, con l'obbligo di accumulare almeno cinque crediti formativi annuali nelle materie specifiche.
Il lavoro del revisore nella rendicontazione di sostenibilità richiede una particolare attenzione alla metodologia di assurance, che differisce da quella tradizionale applicata ai bilanci. Il revisore deve considerare variabili qualitative e quantitative, come le performance ambientali e sociali dell’impresa, valutando la conformità agli standard stabiliti dall’ESRS. Questo processo richiede una formazione specifica e aggiornamenti continui, soprattutto alla luce della complessità e della continua evoluzione degli standard europei in materia.
In un contesto in cui le imprese devono rispondere a una crescente richiesta di trasparenza e responsabilità, il revisore legale si configura come un attore chiave per rafforzare la fiducia degli stakeholder. La sua attività di assurance offre una garanzia fondamentale sulla correttezza e completezza delle informazioni relative all'impatto ambientale, sociale e di governance (ESG) dell'azienda.
L’introduzione del revisore della sostenibilità rappresenta quindi un passaggio decisivo per il futuro delle aziende, che saranno sempre più chiamate a rispondere non solo ai risultati finanziari, ma anche alle loro performance in ambito ESG, elemento sempre più determinante per la loro competitività e per l’accesso a capitali e investimenti.
La rendicontazione di sostenibilità segna una svolta normativa per le imprese italiane, che dovranno affrontare questo nuovo obbligo con il supporto di figure professionali adeguate. Il revisore legale, in particolare, diventa il garante della qualità e della conformità delle informazioni riportate, rafforzando il proprio ruolo strategico nel panorama aziendale. La sua capacità di adattarsi a questo nuovo contesto normativo e di acquisire le competenze necessarie in materia di sostenibilità sarà determinante per il successo della transizione verso un’economia più sostenibile e trasparente.
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