Normalmente, quando il revisore sceglie di ottenere delle risposte tramite analisi comparative o tramite verifiche di dettaglio, si dice che applica il modello del substantive approach. Questo approccio, nel ciclo del personale, è ritenuto applicabile agli obiettivi di revisione relativi a transazioni non ricorrenti, a stime di bilancio e agli obiettivi di valutazione e presentazione di tutti i saldi di bilancio relativi a quest’area.
Il revisore, come in ogni altra area di bilancio, deve acquisire sufficienti e appropriati elementi probativi a supporto del proprio giudizio al bilancio; tali elemini sono ottenuti combinando procedure di conformità e di validità. È quindi importante che venga redatta una matrice dei test di sostanza con i controlli effettuati:
controllo del numero dei dipendenti: il revisore deve accertare che ci sia coerenza tra il numero dei dipendenti iscritti a libro unico, quello dell’elenco del TFR e quello dell’elenco dei dipendenti dell’ultima mensilità a cui fa riferimento il bilancio. Questo valore deve poi essere confrontato anche con la Nota Integrativa;
verifica degli accantonamenti per i ratei: la contabilità generale deve fornire il dettaglio degli stanziamenti per tredicesima e quattordicesima maturate dai dipendenti. La verifica deve essere effettuata anche per i ratei delle ferie e deve tenere conto anche della corretta aderenza ai principi contabili. Qualora lo ritenga opportuno, il revisore può svolgere anche delle procedure analitiche su questi saldi;
verifica della nota spese: il revisore deve controllare i giustificativi delle note spese, facendo particolare attenzione a quelle dei dirigenti, selezionando i dipendenti da controllare in modo casuale. Tali importi devono essere annotati anche nei registri contabili per dimostrare che non costituiscono elementi retributivi imponibili. La documentazione può anche non essere intestata alla società, ma deve sempre riportare gli elementi identificativi del dipendente. Durante questa verifica è importante che il revisore accerti che esiste una policy aziendale relativamente alle note spese, che esiste un controllo da parte di un addetto alle risorse umane, che esiste un sistema di autorizzazione per il superamento di limiti di spesa, che gli estratti conto delle carte usate dai dipendenti siano rivisti periodicamente;
presenza di stanziamento di bonus di competenza: in questi casi il revisore deve verificare il processo autorizzativo e procedurale che ha portato allo stanziamento del bonus. Deve inoltre verificare che sia rispettato il principio della competenza nello stanziamento a bilancio;
verifica del contratto applicato;
controllo dell’accuratezza e delle autorizzazioni alle retribuzioni accessorie pagate: il revisore deve ottenere l’elenco dettagliato delle retribuzioni accessorie unitamente alla documentazione di supporto, in modo da poter verificare la corretta imputazione contabile;
verificare gli adempimenti contributivi: il revisore deve ottenere l’elenco dettagliato delle posizioni debitorie e le variazioni nel periodo, confrontando anche i dati con il precedente esercizio e individuare le motivazioni degli scostamenti più significativi; deve ottenere il DURC in corso di validità e deve verificare che i saldi esposti in bilancio siano stati poi pagati nell’esercizio successivo;
verificare il trattamento contabile delle cessazioni dei rapporti di lavoro;
effettuazione di un controllo documentale per alcuni dipendenti a campione;
verifica della tenuta del libro unico del lavoro: in questo modo il revisore si accerta che tutti i dipendenti iscritti a libro unico percepiscano una retribuzione e che il costo iscritto a bilancio sia autentico;
verifica dei verbali dell’organo amministrativo: per poter accertare la presenza di autorizzazione a nuovi schemi di retribuzioni accessorie;
effettuare un test di ragionevolezza del TFR: si tratta di una procedura analitica di revisione valevole come test di sostanza, in grado di effettuare un controllo globale sulla ragionevolezza dell’accantonamento effettuato e sulla congruità del fondo perché altro non è che il ricalcolo dell’ammontare. Si parte dall’accontamento al termine dell’esercizio precedente, si sottrae la quota liquidata ai dipendenti cessati o trasferiti ad altre società del gruppo, si somma quello relativo al personale ricevuto da altre società del gruppo; a questo punto si effettua la rivalutazione in base agli appositi coefficienti e si calcola la quota maturata nell’esercizio; è possibile effettuare il calcolo spannometrico, ossia dividendo le retribuzioni desunte dalla contabilità per 13,5 e si sottrae lo 0,50% a titolo di trattenuta per il fondo pensioni;
ottenere il dettaglio del fondo TFR: dall’ufficio paghe o, se non presente, dal consulente del lavoro, ottenere il dettaglio dei nominativi del TFR, verificando che il totale del fondo accantonato corrisponda a quanto espresso dalla contabilità. Chiedere anche la movimentazione dell’anno e verificare che le relative scritture contabili riflettano correttamente l’andamento del fondo. Si consiglia di confrontare i dati anche con le carte di lavoro dell’esercizio precedente, verificando che il dato di apertura sia corretto;
verificare a campione il conteggio del TFR: è importante conservare tra le carte di lavoro la verifica a campione del conteggio dettagliato effettuato sia per un dipendente ancora in forza, sia per un dipendente il cui rapporto è cessato nell’esercizio, ponendo attenzione alla correttezza dei conteggi e delle rilevazioni contabili, alla corrispondenza del calcolo alle norme di legge, alla coerenza con gli altri elementi retributivi;
verificare la correttezza dell’informativa al bilancio: il revisore deve stabilire se le informazioni contenute nelle note al bilancio sono corrette.