Il panorama normativo italiano si prepara a significative modifiche nel contesto della semplificazione degli adempimenti Iva, con particolare attenzione al Terzo Settore. L'obiettivo principale è estendere la dispensa, già contemplata dall'articolo 36 bis, agli enti del Terzo Settore le cui prestazioni saranno comprese nel regime di esenzione a partire dal 1° luglio 2024.
Questo nuovo quadro normativo ha destato legittime preoccupazioni tra gli enti associativi. Senza una proroga, a partire dal 1° gennaio 2024 si sarebbero infatti trovati obbligati non solo a rispettare precisi adempimenti come registri Iva e partita Iva, ma anche a gestire alcune operazioni in campo Iva con l'obbligo di una contabilità separata. Un esempio è la somministrazione di alimenti e bevande a soggetti diversi da quelli indigenti o i corrispettivi specifici nel mondo sportivo.
L'annuncio è stato fatto in risposta a un question time presentato dal Partito Democratico in commissione Finanze alla Camera. In questa sede, sono stati chiariti diversi punti, tra cui gli interventi di razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario previsti per il Terzo Settore dalla delega fiscale.
Un aspetto di notevole interesse riguarda l'apertura della Commissione a rivalutare l'assetto delle agevolazioni per le erogazioni liberali. Nel contesto della riforma dell'Irpef, per il 2024 è stata introdotta una franchigia di 260 euro che interessa detrazioni per i contribuenti con reddito superiore a 50.000 euro. Questa potrebbe essere estesa alle erogazioni liberali a favore di Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (Onlus) ed enti del Terzo Settore, al fine di incentivare il sostegno alle attività di interesse generale.
Alcuni esperti avrebbero preferito una proroga più estesa, ad esempio al 1° gennaio 2025. Questa scelta avrebbe consentito di definire con maggiore precisione le operazioni da sottoporre al regime di esenzione in linea con la direttiva Iva 112/2006.
La discussione ha anche affrontato la volontà del Governo di individuare, tramite la razionalizzazione dell'Iva, gli enti del Terzo Settore a cui estendere il regime di esenzione. Questa iniziativa mira a sostituire la qualifica di Onlus con quella di Ente del Terzo Settore "non commerciale". Ciò potrebbe comportare l'esclusione dal regime di esenzione Iva delle imprese sociali che scelgono questa qualifica fiscale all'atto dell'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo Settore (Runts). La proposta avanzata è quella di agevolare le imprese sociali nell'accesso al regime di esenzione per prestazioni strategiche, come quelle nel settore socio-assistenziale.
Un altro punto saliente riguarda il cambio di regime Iva che coinvolgerà gli enti non commerciali dal 1° luglio 2024. La delega fiscale mira a definire in modo più preciso il perimetro entro cui le prestazioni degli enti associativi possono considerarsi esenti.
Infine, si prospetta l'estensione agli Enti del Terzo Settore dei regimi di semplificazione Iva già previsti per alcune categorie di enti. Questo potrebbe comportare l'adozione di un sistema simile a quello introdotto per le organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale con ricavi commerciali fino a 65.000 euro a partire dal 1° gennaio 2024.
In sintesi, la semplificazione degli adempimenti Iva nel Terzo Settore si configura come un processo complesso, mirato a promuovere la partecipazione attiva delle organizzazioni non profit e a favorire il supporto alle attività di rilevante importanza sociale nel contesto italiano.
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