Il decreto-legge n. 231/2001 rappresenta un importante strumento di controllo e prevenzione delle attività criminali all'interno delle imprese italiane. Introdotto con l'obiettivo di prevenire la repressione e le difficoltà derivanti dalla crisi economica, questo decreto ha rivoluzionato il modo in cui le aziende gestiscono le loro attività. In questo articolo, esploreremo il ruolo del D.Lgs. 231/2001 nell'ambito dell'organizzazione, della gestione e del controllo aziendale, mettendo in luce il suo impatto non solo sulle medie e grandi imprese ma anche sulle PMI.
Modelli di organizzazione e gestione: un'opportunità per tutte le imprese - Un aspetto cruciale del D.lgs. 231/2001 è la promozione dei modelli di organizzazione e gestione all'interno delle imprese. Questi modelli non dovrebbero essere considerati come strumenti destinati esclusivamente alle grandi aziende ma come un richiamo anche per le PMI. La corretta applicazione di tali modelli può ridurre significativamente il rischio di commissione di illeciti penali, promuovendo una gestione competente e onesta.
L'obbligo di avere adeguati assetti trova origine nell'articolo 375 del Codice della crisi d'impresa (D.lgs. 14/2019) e nell'articolo 3 del Codice della crisi. Questi quadri normativi impongono agli imprenditori societari di prevenire la crisi attraverso misure idonee, mentre per le imprese individuali è richiesta l'adozione di misure tempestive per rilevare e affrontare la crisi. Questa normativa sottolinea l'importanza degli adeguati assetti come parte integrante del sistema di early warnings e di prevenzione dei danni per i creditori e l'intero sistema economico.
Gli indicatori chiave per la valutazione del modello organizzativo - Per valutare l'efficacia del modello organizzativo adottato da un'impresa, è necessario considerare diversi indicatori chiave. Questi includono la mappatura delle aree aziendali esposte al rischio-reato, la regolamentazione della formazione del personale, l'attuazione delle decisioni dei vertici aziendali, la gestione delle risorse finanziarie e la costituzione di un Organismo di vigilanza. La presenza di un modello organizzativo efficace può esonerare l'impresa dalla responsabilità legale in caso di reato commesso nell'interesse dell'azienda stessa.
La Fondazione nazionale dei commercialisti ha fornito una guida utile attraverso il Documento di ricerca diffuso nel 2023. Questo documento fornisce una panoramica completa, dalla responsabilità degli organi alla definizione di adeguati assetti organizzativi. Inoltre, il Ministero della Giustizia ha emesso un Decreto Ministeriale a marzo 2023, che contiene una check-list per la verifica della sostenibilità del Piano di risanamento delle imprese.
Il Ruolo di Confindustria e le linee guida - Confindustria, l'associazione delle imprese italiane, ha elaborato linee guida che costituiscono un Codice di comportamento di riferimento. Questo codice aiuta le aziende a definire e regolare la struttura aziendale e la gestione dei processi fisici in conformità con il D.Lgs. 231/2001. L'applicazione di principi etici rilevanti è fondamentale per la prevenzione dei reati e la creazione di un ambiente aziendale etico.
Il ruolo dell'organismo di vigilanza - L'Organismo di Vigilanza (OdV) è un elemento chiave nel sistema di controllo interno previsto dal D.Lgs. 231/2001. Questo ente autonomo è responsabile di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di organizzazione e gestione, nonché del loro aggiornamento. L'efficacia dell'OdV è fondamentale per l'attenuazione del trattamento sanzionatorio in caso di reati aziendali. La legge consente l'adozione di diverse soluzioni per la composizione dell'OdV, ma richiede l'autonomia, la professionalità e la continuità nel suo funzionamento.
L'evoluzione del controllo interno - A partire dal 2012, la Legge n. 183/2011 ha razionalizzato e semplificato il sistema di controllo interno, aprendo la possibilità di coinvolgere collegi sindacali, consigli di sorveglianza e comitati per il controllo sulla gestione nella funzione di vigilanza sull'organismo. Questo adattamento mira a facilitare il rispetto delle normative anche per le società meno complesse.
Conclusioni - L'adozione di adeguati assetti organizzativi è un requisito fondamentale per prevenire la crisi d'impresa e garantire la sostenibilità aziendale. Questi assetti devono consentire alle imprese di rilevare segnali di allarme, affrontare squilibri patrimoniali ed economico-finanziari e prevenire la crisi in modo tempestivo. In un ambiente normativo sempre più rigoroso, è essenziale che le imprese, comprese le PMI, investano nella creazione e nell'adozione di adeguati assetti organizzativi per garantire la loro continuità e successo nel lungo termine.
Il D.lgs. 231/2001 ha introdotto un sistema di monitoraggio dell'attività delle imprese per il controllo preventivo della gestione, contribuendo notevolmente alla prevenzione dei reati aziendali. Oltre a essere un requisito per le grandi imprese, i modelli di organizzazione e gestione rappresentano un'opportunità per tutte le imprese, comprese le PMI, di creare ambienti aziendali etici, trasparenti e conformi alle leggi. La corretta applicazione di queste regolamentazioni contribuisce non solo a evitare sanzioni legali ma anche a promuovere una cultura di etica aziendale e responsabilità sociale.
© FISCAL FOCUS Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata