30 giugno 2016

Colf e badanti: domestici in diminuzione

L’Osservatorio sul lavoro domestico dell’Istituto Previdenziale ha segnalato una diminuzione anche per l’anno 2015 del lavoro domestico

Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS
Premessa - È stato pubblicato nei giorni scorsi da parte dell’INPS l’osservatorio sull’andamento del lavoro domestico nell’anno 2015, dimostrando una tendenza alla diminuzione dei lavoratori che prestano attività lavorativa e continuativa all’interno delle famiglie, svolgendo le più innumerevoli attività quali ad esempio colf, governanti, baby sitter, camerieri, ecc.

Domestici in diminuzione - Il risultato dello studio dimostra una naturale diminuzione del numero di tali lavoratori, che dimostra come il fenomeno derivante dalla sanatoria riguardante i lavoratori extracomunitari irregolari, prevista dal D.Lgs. 109 del 2012, abbia ormai perso il suo iniziale “fascino”.
In particolare, seppur i lavoratori domestici siano ampiamente diffusi in tutto lo stivale, i dati in realtà dimostrano una tendenza alla regolarizzazione in maniera maggiore per il sesso maschile, e inferiore per il sesso femminile.

I numeri - Andando ai dati, si è registrato nell’anno 2015 un andamento in diminuzione dei lavoratori domestici contribuenti all’INPS del 2,3%, che rispecchia i dati degli anni precedenti. La composizione per sesso evidenzia una netta prevalenza di lavoratrici domestiche, che ha raggiunto nel 2015 il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’87,8%.

La distribuzione e la provenienza - Ancora, si denota una percentuale sicuramente maggiore di lavoratori domestici nel Nord-Ovest, rispetto alle altre aree d’Italia, e soprattutto al sud e nelle Isole, in cui la percentuale si attesta a dati quasi paradossali.
Anche con riferimento alla composizione del numero di lavoratori domestici totali, si evidenzia una presenza predominante di lavoratori stranieri, tra i quali quelli provenienti dall’Europa dell’Est sono quasi la metà dei lavoratori stranieri, con 404.571 lavoratori, pari al 45,7%.

Le tipologie di rapporti e le fasce d’età - Analizzando i dati dei lavoratori domestici per tipologia di rapporto e zona geografica di provenienza, le “colf” costituiscono quasi il 60% del totale dei lavoratori. Tale distribuzione riguarda i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est e dall’Asia Medio Orientale, in cui prevale la tipologia di “badante”.
Anche rispetto all’età, i dati dimostrano una massiccia presenza di lavoratori domestici, pari al 16,8% per quelli tra 45 e 49 anni, mentre il 10,8% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo il 2,3% ha un'età inferiore ai 25 anni.

Conclusione - Esulando dai dati riportati, che sicuramente indicano una situazione statistica e sicuramente oggettiva della situazione del lavoro domestico, in conclusione non ci si può esimere dal segnalare che probabilmente la non omogenea distribuzione su tutto il territorio nazionale non dimostra certamente un maggiore o minore utilizzo di questa forma di lavoro in una regione piuttosto che in un’altra; semmai dimostrano la maggiore o minore regolarizzazione dei rapporti di tali lavoratori.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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