Il lento ritorno alla normalità, all’insegna di una sorta di rassegnata convivenza con la pandemia - che tuttora, ad intervalli regolari, torna ad avere punte di rialzo dei contagi per ricordare che la guardia non va abbassata - concede la ripresa di appuntamenti con l’arte, la sua bellezza e le sue forme.
Tra queste, una di recente conio è la rassegna Candlelight, che raccoglie una serie di concerti di musica classica (o anche moderna, ma rivista in un’inedita chiave classica) in cui il piacere delle note si mescola con quello di una esperienza sensoriale davvero originale.
Tutti gli eventi si calano, difatti, nella suggestiva atmosfera creata dalla luce di centinaia di candele ed in luoghi particolari, mai prima utilizzati per tali fini, ad eccezione di alcuni – teatri perlopiù – che tuttavia si caratterizzano per la loro particolare architettura.
L’esperienza, già collaudata in America e, successivamente, in diverse città europee, è infine giunta anche in Italia, precisamente a Milano, Torino, Roma e Napoli, dove, per l’occasione, antiche dimore e fastosi palazzi sono divenuti il palcoscenico su cui si avvicendano virtuosi gruppi musicali – quartetti di archi o di fiati, orchestre da camera, duetti di pianoforte e tromba o anche solisti – che propongono repertori classici ma anche brani d’altro genere: dalle colonne sonore del maestro Ennio Moricone alle musiche di Ludovico Einaudi, fino ad arrivare a brani di artisti che parrebbero decisamente distanti dalle sonorità classiche e inadatti all’impiego dei relativi strumenti e che, invece, si rivelano godibilissimi in una rilettura totalmente opposta alla loro ordinaria esecuzione.
Può perciò capitare che i più grandi successi dei Queen - Bohemian Rhapsody, Don't stop me now, Love of my life, Another one bites the dust, I want to break free, per citarne alcuni – vengano eseguiti da un quartetto d’archi, tutto femminile, composto da violini, viola e violoncello in grado di trasformarne lo stile pur mantenendone intatta la potenza emotiva che, anzi, grazie alla suggestione creata dalla tremula luce delle candele disseminate su tutto il palcoscenico, diviene ancora più efficace.
La sorpresa, perciò, è doppia: all’esperienza sensoriale straordinaria creata dall’immersione del suono nella penombra si aggiunge quella della scoperta d’una insospettata fungibilità tra pop e rock, persino quel rock che è solito evocare stadi stracolmi e folle in delirio.
Lo stesso quartetto d’archi Sharareh, esecutore dei brani, è un’autentica rivelazione: una formazione che, pur mantenendo la compostezza e l’eleganza richiesta dai canoni classici e dall’”etica degli strumenti” nonché dalla formazione delle musiciste (tutte lauree brillanti del Conservatorio Santa Cecilia), non ha alcunché di greve e stantio e, anzi, rivela una freschezza ed una simpatia – perlopiù affidate alle presentazioni dei brani, fatta, a turno dal primo violino e dal violoncello - capaci di stemperare la solennità, divenendo perciò un valore aggiunto alle già di per sé notevoli capacità artistiche esibite.
Mai si immaginerebbe che piacevole stupore e grande soddisfazione possano essere l’esito di una performance così inedita ed originale, tanto più se l’approccio iniziale è stato non solo di curiosità ma anche di diffidenza, all’idea che un gigante del rock come Freddy Mercury e i virtuosismi strumentali di uguale matrice dei Queen possano essere non tanto contaminati ma addirittura restituiti con una alterità insospettata.
L’esperienza dunque merita d’essere provata ed anche ripetuta!
L’acquisto dei biglietti degli eventi Candlelight è gestita dall’App Fever, omologa delle più note Ticketone e Vivaticket, rispetto alle quali ha in più il vantaggio di possedere una sezione dove gli acquisti vengono direttamente convertiti e conservati in QRcode potendo così essere esibiti per la convalida al momento dell’accesso all’evento, senza necessità di essere stampati o memorizzati in cloud.