Mentre è in arrivo l’ultimo aggiornamento delle tariffe di luce e gas dell’Arera, appuntamento trimestrale che dal 2007 ha accompagnato per mano i consumatori italiani verso l’era della liberalizzazione del mercato energetico, l’autorità pensa al futuro iniziando dall’idea di dare l’addio anche alla vecchia bolletta, sostituita da uno “scontrino” di più facile lettura, in cui sia possibile individuare in modo più chiaro i costi di kWh e del metano al metro cubo, ma soprattutto per prevenire il possibile arrivo di una giungla di bollette diverse, che obbligano ogni volta ad una laurea in economia per capirci qualcosa.
“Stiamo provando a rendere ancora più evidente il costo del kWh della luce e metri cubi del gas – ha ammesso in un’intervista al Corriere della Sera il presidente di Arera Stefano Besseghini – perché è una componente variabile che ora si vede soltanto nelle bollette di dettaglio e non di sintesi. Vogliamo renderlo ben visibile perché il consumatore sia consapevole di quanto paga.
Un altro aspetto è quello dell’omogeneità nelle informazioni in modo tale che i consumatori possano confrontarle facilmente come quando fanno benzina. Quello a cui vorremmo arrivare è una sorta di scontrino dell’energia, sintetico e sostanzialmente uguale per tutti gli operatori. Stiamo dialogando con tutti gli stakeholder, comprese le associazioni dei consumatori. Ci sarà un secondo documento in consultazione a breve e pensiamo di approvare la delibera tra luglio e settembre a cui seguirà un periodo di adeguamento”.
Una decisione che è frutto di una consultazione lanciata dall’Arera nei mesi scorsi fra gli operatori, giungendo alla conclusione di un “frontespizio unificato” obbligatorio per tutti, diviso in una parte definita “elementi essenziali” in cui oltre ai dettagli dell’importo fatturato, i dati indentificativi del cliente, il servizio, il mercato di riferimento e le informazioni sulla fatturazione, si lascia ad ogni operatore l’opportunità di segnalare informazioni commerciali, offerte e promozioni.
Lo schema proposto dall’Arera prevede di semplificare al massimo, distinguendo tra la quota fissa, indipendente dai consumi, la quota di potenza e la quota variabile, quella che dipende dai consumi. L’idea dello “scontrino” nasce per evidenziare l’importo netto dovuto dal cliente, distinto dall’aggiunta di ricalcoli, servizi accessori, indennizzi, contributi di concessione e il canone di abbonamento televisivo.
Intanto, il prossimo 1° luglio si chiude l’era del regime tutelato: un cambio di rotta che preoccupa non poco i consumatori, sottolineato da un’analisi dell’Osservatorio di Segugio.it, secondo cui “I primi mesi del 2024 confermano un calo dei consumi di energia elettrica e gas. Sintomi di una maggiore attenzione al risparmio in bolletta da parte degli utenti, ma anche un calo dei costi della materia prima. Per quanto riguarda l’energia elettrica, si nota anche un aumento rilevante della diffusione di forniture con potenza impegnata superiore a 3 kW”.
Resta l’incognita dei prezzi che è possibile ipotizzare a partire dal secondo trimestre dell’anno. “Per l’ultimo periodo del regime tutelato dell’energia elettrica in cui le tariffe riflettono una media pesata dei prezzi attesi dai mercati all’ingrosso per i tre mesi successivi, mi aspetto tariffe in calo – conclude Besseghini - questo sia perché c’è una riduzione dei prezzi del gas, a cui la luce è in qualche maniera legata, sia perché il secondo trimestre è sempre quello con consumi minori: l’inverno è finito e i condizionatori non sono ancora accesi. Siamo sotto 100 euro al MWh all’ingrosso. Il trend per il resto dell’anno è abbastanza stabile, anche per il gas (sotto i 30 euro al MWh), grazie all’inverno non aggressivo e agli stoccaggi ancora pieni”.
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