24 gennaio 2025

Agenzia delle Entrate, l’età del Carbone

Non in senso geologico, ovviamente, ma inteso piuttosto come periodo in cui il neodirettore dell’amministrazione fiscale ha spiegato di voler cambiare le cose, a cominciare dai rapporti tra fisco e cittadini

Autore: Germano Longo
Classe 1963 da Palma Campania, paese ad una quarantina di km da Napoli reso celebre da un carnevale dalle origini centenarie, Vincenzo Carbone è stato chiamato a sostituire il dimissionario Ernesto Maria Ruffini nel delicato compito di guidare l’Agenzia delle Entrate almeno fino alla naturale scadenza dell’incarico, prevista a gennaio del prossimo anno.

Una scelta definita “di continuità”, visto che Carbone vanta una lunga carriera all’interno dell’AdE iniziata nel 1990, dopo la laurea in giurisprudenza che di fatto avrebbe potuto aprirgli le porte alla professione di avvocato. Un compito non semplice, quello di sostituire Ruffini, che guidava l’Agenzia delle Entrate dal 2020, un arco di tempo sufficiente per portare a termine una rivoluzione tecnologica che ha avuto la punta di diamante nella fatturazione elettronica, nell’ampliamento della precompilata e nella creazione di un sistema anti-evasione che possa rendere più semplice individuare chi non paga le tasse.

Carbone, nel corso del suo primo incontro con i direttori centrali e regionali dell’Agenzia, ha voluto delineare in modo sintetico ma preciso quelli che ritiene gli obiettivi futuri e le linee guida dell’amministrazione fiscale da mettere in atto nel tempo che ha davanti a sé.

Il punto primo, in fondo il cardine di ogni possibile programma, è l’immancabile e impellente necessità di cambiare il rapporto tra il fisco e i contribuenti, due platee difficili in cui quasi mai scatta reciprocamente l’applauso a scena aperta, anzi. Ma questo, basandosi il rapporto sul chiedere denaro da un lato e accettare di versarlo dall’altro, rientra nell’elenco dei rapporti più conflittuali che esistano, da quando Dio ha inventato le tasse e l’uomo gli F24.

Per il neo presidente, una delle chiavi di volta sta tutta nell’imparare ad ascoltare, seguito dal confronto tanto con i cittadini quanto con le imprese. Una visione che giocoforza, per diventare credibile e soprattutto efficace dovrà passare attraverso un rafforzamento delle risorse umane e la formazione continua degli operatori, per meglio rispondere alle esigenze del sistema economico.

Ma fondamentale diventa tentare di mettersi nei panni dei cittadini, semplicemente ricordando tutte le volte in cui gli stessi funzionari si sono imbattuti nella burocrazia italiana, l’unica vera forma di appartenenza a questo popolo che non lascia mai indietro nessuno e colpisce chiunque. “Se non rispondiamo prontamente e adeguatamente a una richiesta, o rimandiamo a un altro ufficio senza risolvere il problema, stiamo sprecando risorse e non rendiamo giustizia al nostro ruolo. È fondamentale che l'Agenzia delle Entrate diventi un interlocutore più attento e pronto ad ascoltare i bisogni concreti di chi si interfaccia con il fisco”.

Tappa obbligata del discorso programmatico l’evasione fiscale, altrimenti detta “la piaga di chi non paga”, che anche in questo caso va capita fino in fondo, perché c’è chi evade perché è un delinquente, e va beccato e punito, ma c’è anche chi lo fa perché in quel momento non può permettersi di pagare e finisce per impantanarsi fra secche e sabbie mobili, zone impervie della società da dove uscire è complicato assai. Per questo, il neopresidente raccomanda “una visita sul campo per comprendere meglio le circostanze in cui si verificano le difficoltà”.

Crescerà il numero dei dipendenti altamente qualificati dell’Agenzia delle Entrate, arrivando nel 2025 a toccare la cifra record di 26.450 unità, e salirà di livello anche la preparazione giuridica del personale su tematiche come la crisi d'impresa, la riscossione e l'imposta di registro, ma senza dimenticare competenze trasversali come etica, trasparenza, cyber security e gestione della disabilità.

“Vogliamo creare un luogo dove il professionista e il contribuente possano confrontarsi in un'ottica di massima fiducia, una “casa” in cui la cooperative compliance sarà uno degli snodi cruciali della nuova visione fiscale”.
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