La Banca Centrale Europea ha in programma un nuovo taglio dei tassi.
I primi soggetti beneficiari saranno le famiglie con un mutuo a tasso variabile. Una riduzione di 25 punti base che consiste in un alleggerimento delle rate mensili.
Ma il sollievo per i contribuenti deve fare i conti anche con un’altra realtà: le incertezze economiche e geopolitiche rischiano di raffreddare la ripresa del mercato immobiliare iniziata nel 2024.
Taglio sui tassi: cosa accadrà ai mutui
Il taglio di 25 punti base del costo del denaro avrà sicuramente delle ripercussioni sulle rate dei mutui variabili: nello specifico, la rata dovrebbe diminuire di circa 17 euro, passando dagli attuali 640 euro a 623 euro. E non solo. L’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile dovrebbe continuare a scendere gradualmente passando dal 2,07% di giugno 2025 all’1,76% di dicembre 2025, per poi stabilizzarsi.
Se questa previsione si concretizzasse, entro dicembre 2025 la rata del mutuo standard precedentemente analizzata, arriverebbe a 598 euro, con un risparmio di circa 42 euro rispetto ad oggi.
La “discesa” delle variabili
Spostando l’attenzione sui mutui a tasso fisso e sui parametri di riferimento IRS, i livelli dovrebbero rimanere simili a quelli registrati a marzo.
È facile notare che i mutui a tasso fisso possano risultare più convenienti ed economici di quelli variabili; c’è da dire però, che questi ultimi possono rappresentare un'alternativa vantaggiosa per chi ha intenzione di acquistare casa, soprattutto per chi non può beneficiare dei bonus previsti per gli immobili green.
Esempio: secondo l'analisi di Mutuisupermarket, ipotizzando un mutuo di 140.000 euro in 20 anni per l’acquisto di un immobile in Classe Energetica F o inferiore, del valore di 220.000 euro, da parte di un richiedente impiegato a tempo indeterminato di 38 anni con reddito mensile di 2.400 euro, il miglior tasso fisso si colloca al 2,90% con una rata di 769 euro. Al contempo, il miglior mutuo a tasso variabile (applicando l’euribor più uno spread dello 0,60%) nei prossimi 2 anni e mezzo, se le attuali previsioni si realizzassero, offrirebbe un risparmio sulla spesa per interessi di quasi 1.400 euro.
È possibile fare diverse ipotesi, ma chiaramente è necessario valutare attentamente e singolarmente la situazione finanziaria del mutuatario, le specifiche dell’immobile oggetto di compravendita e il profilo di rischio dell’acquirente.
Cosa accadrà al mercato immobiliare: dubbi e incertezze
L’agevolazione proposta ai mutuatari difficilmente non contrasterà con la possibile
insoddisfazione dell’immobiliare: l’incertezza in generale unita all’instabilità dei mercati finanziari, rende meno chiara una situazione che fino poco tempo fa sembrava positiva.
Citando i dati del
Consiglio del Notariato, il 2024 aveva mostrato segnali di ripresa, con un aumento delle compravendite del 15,8% rispetto al 2023 e una crescita del 5,7% nei mutui concessi. Anche il valore medio delle case vendute era salito da 154mila a 166mila euro, grazie alla diminuzione dei tassi d’interesse.
Questo andamento positivo è continuato anche nei primi mesi del 2025. Secondo il Crif, la domanda di mutui è aumentata del 22,4%, un segnale chiaro di un credito più accessibile.
Nonostante i tassi più bassi, il Crif ha messo in evidenza che le crescenti tensioni globali e le politiche sui
dazi stanno creando un clima di incertezza nell’economia mondiale.
Secondo Capecchi “questa situazione rischia di frenare la domanda di credito da parte delle famiglie, riducendo così gli effetti positivi delle misure recenti della Bce.”
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