Quando i prezzi di carbone, petrolio e metano aumentano, le bollette schizzano verso l’alto. Ricorda un po’, la celebre frase, presa a prestito dal film “Per un pugno di dollari”, dell’uomo con la pistola che incontra un uomo con un fucile, solo che in questo caso chi non ha scampo sono i consumatori, gente disarmata per definizione.
Numeri alla mano, il costo dell’elettricità scattato il 1° luglio è salito di colpo del 20%, poi contenuto in un più accettabile 9,9% grazie all’intervento del governo con il decreto “tagliabollette” contenuto nel dl lavoro, che contiene fondi già stanziati per 1,2 miliardi di euro.
Stefano Besseghini, presidente di “Arera”, la società di regolazione per l’energia e ambiente, ha spiegato in una nota che “l’agenzia ha supportato tecnicamente la scelta di intervento del Governo e senza il decreto l’aumento delle bollette sarebbe stato molto più pesante”.
Immediata la reazione del Codacons, che ha bollato come “un massacro” un aumento che per un nucleo familiare tipo si assesta su 197 euro in più, ovvero +48% per la luce, ma soprattutto +149 per il gas, aumentato del 15,3%. Prezzi al momento in vigore fino al 1° ottobre, ma difficilmente destinati a scendere.
In effetti si tratta di rincari che non hanno precedenti, causati dall’aumento delle quotazioni del gas, fondamentale nel nostro Paese non solo a livello familiare, ma anche perché dal metano dipendono voci fondamentali come il riscaldamento e almeno il 50% dell’energia nazionale. A pesare anche la minore produzione di fonti rinnovabili e l’aumento dell’uso dei condizionatori, sulla spinta dell’ondata di caldo che attraversa il Paese.
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