Oltre 600 denunce per bollette dai costi stratosferici, e per di più senza alcuna informazione preventiva, hanno spinto l’Antitrust ad avviare e - cosa che avviene assai di rado - a comunicare attraverso il bollettino settimanale l’avvio di “un procedimento istruttorio volto ad accertare l’eventuale violazione degli articoli 20, 24 e 254 del codice del consumo”.
Sotto la lente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato le centinaia di denunce che da gennaio ad oggi sono state presentate da consumatori e microimprese per lamentare l’arrivo di bollette relative al quadrimestre ottobre 2023 – gennaio 2024, “Recanti un significativo incremento del prezzo delle forniture di gas e di energia elettrica rispetto alle bollette riferite allo stesso arco temporale nell’anno precedente”, specifica l’Autorità.
“I segnalanti rappresentano, oltre alla difficoltà di sostenere esborsi quadruplicati o quintuplicati rispetto al passato e di non aver ricevuto alcuna informazione preventiva in forma scritta (via posta elettronica o cartacea), da parte di Enel Energia, in ordine al rinnovo contrattuale e di non aver potuto, pertanto, esercitare il diritto di recesso, né scegliere un diverso fornitore di energia - si legge nel bollettino dell’Antitrust - alcuni utenti riferiscono di ricevere regolarmente le fatture tramite email (o sulla app), ma di non aver ricevuto alcuna comunicazione di rinnovo delle condizioni economiche tramite i predetti canali e di aver trovato casualmente nello spam una email, proveniente da Enel Energia, alla quale era allegata la comunicazione di rinnovo, a seguito della scadenza, delle condizioni economiche di fornitura. Ad avviso dei segnalanti, la email in esame sarebbe stata artatamente confezionata per essere intercettata dal filtro antispam anche in ragione della rilevanza della parte grafica; la medesima, invero, si prestava ad essere interpretata come un mero messaggio promozionale e non come un documento avente un significativo impatto sul contratto di fornitura, tenuto, altresì, conto né nell'intestazione, né nella parte testuale di detta email non veniva data evidenza al suo oggetto”.
Secca la reazione di Codacons: “Attendiamo ora l'esito dell'indagine e, se saranno accertate irregolarità, avvieremo una azione per far ottenere ai consumatori coinvolti la restituzione delle maggiori somme pagate in bolletta per effetto delle scorrette o mancate comunicazioni su rincari tariffari, che in modo evidente hanno impedito ai clienti di esercitare i propri diritti, come quello al recesso”. Più duro il commento di “Consumerismo”, giornale dei consumatori: “Da mesi, le società dell’energia stanno comunicando ai propri clienti modifiche unilaterali delle condizioni economiche, ossia sensibili aumenti delle tariffe praticate, comunicazioni però che avvengono spesso in modo sibillino, ad esempio attraverso mail che l'utente può dimenticare di leggere o messaggi che sembrano contenere informazioni pubblicitarie”, parole a cui si accoda l’Unione Nazionale Consumatori: “I rialzi erano vergognosi e spropositati. Stavamo già raccogliendo casi in modo da ottenere un ricalcolo delle bollette. Ora si apre, in caso di condanna, una nuova via per ottenere lo storno di quanto pagato per le bollette fin qui”.
Immediata la replica dell’Enel, che attraverso una nota dell’azienda ha precisato: “Con riferimento alla decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di avviare nei confronti di Enel Energia un procedimento per presunte pratiche commerciali scorrette in relazione alle modalità di redazione ed invio delle comunicazioni di rinnovo delle condizioni economiche di fornitura di energia elettrica e gas, la Società ritiene di aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa primaria e di settore, nonché della disciplina contrattuale. Enel Energia confida di poter dimostrare la piena correttezza del proprio operato nel prosieguo del procedimento”.
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