25 luglio 2024

Una class action contro le bollette di Enel Energia

Ben sei associazioni di consumatori pronte a dare battaglia: sotto accusa i modi in cui sono state inviate le comunicazioni di modifica unilaterale del contratto. Sul caso indaga anche l’Antitrust

Autore: Germano Longo
“Invitiamo tutti coloro che hanno riscontrato aumenti del gas in bolletta dalla primavera 2023 in poi a rivolgersi ai nostri sportelli per avviare le pratiche volte a tutelare i propri interessi”. È la frase con cui sei associazioni di consumatori – Adusbef, Confconsumatori, Assoutenti, casa del Consumatore, Codici e Ctcu – hanno annunciato la decisione di mettere in piedi una class-action contro l’Enel, colosso italiano dell’energia e del gas di cui lo Stato, attraverso il Mef, resta il maggior azionista anche dopo la trasformazione in SpA del 1992.

La class action al momento è ferma a livello di ipotesi: prima di procedere è necessario calcolare le pre-adesioni, seguite da un’istanza in tribunale e, in caso di accoglimento, passare direttamente alle singole deleghe. Ma prima di andare avanti, le sei associazioni dei consumatori hanno tentato la strada della conciliazione amichevole inviando all’Enel una lettera rimasta senza risposta. “Avevamo chiesto di procedere ad una mediazione di classe, così da fissare dei criteri per ottenere il rimborso e dare un termine perché tutti gli utenti potessero aderire alla negoziazione, ma prendiamo atto del silenzio dell’Enel - spiega Marco Festelli, presidente di Confconsumatori – a questo punto, non restano che le azioni individuali o collettive”.

L’idea dell’azione collettiva nasce da migliaia di contestazioni di utenti che la scorsa primavera si sono ritrovati fra le mani bollette riferite al periodo invernale con modifiche contrattuali unilaterali che si traducevano in esborsi per migliaia di euro. Si parla di tariffe passate improvvisamente da 0,30/0,50 a 2,30/2,60 euro al metro cubo. E tantissimi sono coloro che assicurano di non essere stati informati delle modifiche in tempo utile, o che hanno ricevuto una delle tante email quotidiane che non avvisava in alcun modo dell’importanza della comunicazione, e per questo finita fra le “spam”, quando invece per legge le modifiche contrattuali unilaterali vanno comunicate in forma scritta con almeno tre mesi di anticipo. Esattamente la trafila che Enel ribadisce di aver seguito in modo scrupoloso, aggiungendo per contro la volontà di “valutare le offerte migliori mettendo a disposizione i propri canali ufficiali”, e di essere pronta ad offrire “eventuali formule di rateizzazione”.

Gli echi della questione, sulla spinta di circa 600 segnalazioni, avevano spinto l’Antitrust ad accendere i riflettori sul caso per verificare eventuali pratiche scorrette da parte dell’azienda. In una nota, l’agenzia spiegava “Ad avviso dei segnalanti la email in esame sarebbe stata ‘artatamente confezionata per essere intercettata dal filtro antispam’ anche in ragione della rilevanza della parte grafica. La medesima, invero, si prestava ad essere interpretata come un mero messaggio promozionale e non come un documento avente un significativo impatto sul contratto di fornitura, tenuto, altresì, conto né nell'intestazione, né nella parte testuale di detta email non veniva data evidenza al suo oggetto (ossia, la modifica delle condizioni economiche)”.

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, associazione che non compare fra i firmatari della class action, dopo l’intervento dell’Antitrust, Enel Energia aveva accolto alcuni reclami ripristinando le tariffe precedenti e procedendo con il rimborso.

Fra le richieste delle associazioni dei consumatori, quella di regolamentare le modifiche unilaterali di contratto: “Mai più via posta o per email ordinaria, ma con raccomandate, Pec oppure attraverso meccanismi come l’Otp, l’inserimento di una password temporanea da parte del cliente così da garantire che c’è stata piena conoscenza e accettazione delle nuove condizioni”.
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