Sarà che l’astronauta, insieme al pompiere, l’agente segreto e il calciatore, è ancora un “dream job” - come ha commentato Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa – ma stupisce comunque che al concorso per la ricerca di nuovo personale bandito dall’agenzia spaziale europea, abbiano risposto entro il 18 giugno ben 22.500 aspiranti astronauti, di cui 5.400 donne e 257 persone disabili. Una crescita che ha lasciato senza parole, visto che al concorso precedente, datato 2008, avevano aderito appena 8.400 persone.
“Rappresentare tutte le parti della nostra società è un impegno che prendiamo molto seriamente – ha commentato David Parker, Direttore dell'Esplorazione Umana e Robotica ESA - la diversità in ESA non deve riferirsi solo a origine, età, bagaglio culturale o genere dei nostri astronauti, ma anche a possibili disabilità fisiche. Per trasformare questo sogno in realtà, insieme al reclutamento delle astronaute e degli astronauti, stiamo lanciando il “Parastronaut Feasibility Project” (progetto di fattibilità parastronauta), un’innovazione che è tempo di introdurre”.
Per essere ancora più precisi, oltre 7mila candidature arrivano dalla Francia, 3.700 dalla Germania, 2mila dal Regno Unito e 1.860 dall’Italia. Per i candidati, questo è solo il primissimo passo di un percorso appassionante ma lungo e paziente che inizia con uno screening delle domande ricevute attraverso sei diverse fasi che culmineranno in test psicologici e pratici, esami medici ed interviste. Solo nell’ottobre del prossimo anno, superando la fase preliminare, si conosceranno i nominativi di coloro che entreranno a far parte ufficialmente dell’ESA. Ma non si prospetta un cammino semplice, visto che l’agenzia prevede di accogliere da quattro a sei astronauti, di cui uno con disabilità fisica, e 20 riserve: personale da addestrare e utilizzare entro il 2040 nella ricerca spaziale, nell’esplorazione di Marte e della superficie lunare e per testare le condizioni di vita sulla stazione “Lunar Gateway”.
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