Secondo dati non confermati in via ufficiale, tra il 2012 e il 2016, più di 2.500 persone sono state denunciate per aver creato risse e infastidito passeggeri a bordo di aerei in volo entro i confini europei.
È un fenomeno in preoccupante crescita in tutto il mondo, considerati anche i 3.000 rapporti di comportamenti indisciplinati ricevuti dalla “FAA” (Federal Aviation Administration), di cui almeno 1.900 riguardavano passeggeri che si rifiutavano di indossare le mascherine e gli altri di persone in preda all’alcol finite per scatenare furiose scazzottate in volo. L’abuso di alcol e droghe è, secondo gli esperti, una delle classificazioni della rabbia che include anche il comportamento ostile e lo sfogo emotivo.
In base ad una ricerca realizzata dall’Università di Toronto, uno dei motivi della rabbia in volo potrebbe annidarsi in una forma inconscia di “disagio sociale” che si crea in un ambiente ristretto come un aereo, in cui diventa evidente il divario fra è costretto a viaggiare in classe “Economy” e chi invece si gode le coccole offerte dalla “Business” in poi. La ricerca, che registrava 1,58 casi di litigi in classe economica ogni 1.000 voli e 0,31 in First Class, aveva concluso che i passeggeri di classe economica hanno 3,84 volte più probabilità di un’esplosione di rabbia sui voli che dividono gli ospiti in classi.
Ma la situazione invece di migliorare peggiora perfino, e nel solo 2021, malgrado la lunga sospensione dei voli aerei, negli Stati Uniti i casi segnalati hanno già raggiunto quota 1.300. Secondo quanto riportato da una recente inchiesta del “Corriere della Sera”, le compagnie aeree avrebbero creato delle “black list” in cui finiscono i soggetti a rischio, quelli segnalati per precedenti simili e denunce a carico. Ma al contrario degli Stati Uniti, dove sono documenti normalmente scambiati fra compagnie aeree, nel caso europeo si tratta di elenchi altamente riservati e mai divulgati per timore di incorrere in pastoie legali che includono la privacy.
Ma se dopo i tragici fatti dell’11 settembre 2001, quando temendo una recrudescenza dell’ondata di terrorismo di matrice islamica era stata resa obbligatoria la figura dello “sky marshall”, un agente di polizia sotto copertura che aveva il compito di contrastare eventuali tentativi di dirottamento, per tentare di mettere un freno al nuovo fenomeno, l’agenzia per la sicurezza americana “TSA” (Transport Security Agency), ha deciso di predisporre dei corsi di autodifesa per il personale di bordo - piloti, hostess e stewart – con lo scopo di renderli capaci di immobilizzare un soggetto in stato di forte alterazione nel giro di poche mosse, riportando la calma sull’aereo.
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