Mai come quest’anno, il “CES”, la celebre fiera della tecnologia in scena a Las Vegas dal 9 al 12 gennaio, sarà il metro per misurare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sull’anno appena iniziato.
Le premesse ci sono tutte: è ormai quasi scontato che machine learning e strumenti generativi entreranno in modo sempre più prepotente nelle vite di tutti noi, iniziando dai gadget tecnologici che ormai fanno parte del quotidiano dell’umanità. Oltre ai videogames, che da sempre nell’elettronica di consumo fanno la parte del leone, fra le anteprime più attese spicca il debutto di “Ryzen” e “Meteor Lake”, nuovi e potentissimi processori di Amd e Intel attesi per iniziare sui notebook di nuova generazione su cui i produttori sono pronti a darsi battaglia, senza dimenticare l’attesa spasmodica per la nuova versione di “Windows” (probabilmente la 12), prevista nel giro di qualche mese.
La prateria sconfinata in parte ancora tutta da esplorare è però quella degli elettrodomestici, sempre più capaci di assimilare abitudini e orari degli utenti, ma soprattutto di ottimizzare i consumi. Fra le novità di sicuro impatto le batterie a celle solari, stazioni di ricarica personali sufficienti per gestire una “smart home” in totale autonomia, senza pesare sulla rete locale e quindi sulla bolletta, così come l’ingresso dell’AI nel mercato dei televisori, che esaurita la vampata di schermi sempre più piatti e ricurvi sono alla ricerca di nuove frontiere nell’esperienza della visione.
Ma tutto ciò che sarà visibile al “Consumer Electronic Show” di Las Vegas, come accennato, riguarda i gadget, la parte più visibile dell’invasione silenziosa dell’Intelligenza Artificiale, che nel 2023 si è lasciata alle spalle la dimensione di “nicchia” avviando numerose innovazioni basate su algoritmi sempre più veloci, e per quest’anno promette l’ennesimo passo in avanti: migliorare l’interazione fra macchina e utente attraverso “assistenti” sempre più sofisticati e personalizzati che potrebbero addirittura essere in grado di anticipare desideri e richieste.
Secondo gli esperti, il 2024 sarà realmente l’anno della svolta per l’IA, grazie all’eliminazione delle imperfezioni e i difetti di gioventù di sistemi come “ChatGPT”, per cui è attesa una maggiore capacità di gestire calcoli e testi complessi, spianando la strada ai 12 mesi del 2024 in cui la tecnologia è pronta a ridisegnare l’ecosistema imprenditoriale e sociale finora conosciuto, aprendo nuove frontiere alle strategie globali di business.
Ma in quello che sembra un quadretto felice e assolato, pesa il rovescio della medaglia, ovvero le nubi create da un avvio fulminante dell’AI seguito da un rallentamento di cui lo scorso anno hanno pagato pegno prodotti accolti tiepidamente dai mercati. In qualche modo la voce imponderabile che nel 2023 ha deluso le aspettative degli investitori e che nel 2024 potrebbe rendere meno potente il fiume di interessi e investimenti verso il settore che fino a pochi mesi fa sembrava inarrestabile.
Da non sottovalutare anche la regolamentazione dell’uso dell’AI che ormai diversi Paesi hanno adottato o stanno per adottare – come “AI Act” dell’UE - insieme alle numerose cause per copyright che fioccano in ogni angolo del mondo in cui l’intelligenza artificiale è finita sotto accusa, colpevole di saccheggiare senza scrupoli archivi e banche dati messe insieme dal lavoro e dallo sforzo creativo di intere generazioni di esseri umani per decenni.
Per finire con uno degli ultimi studi del 2023, realizzato da un gruppo di 2778 fra esperti dell’hi-tech e ricercatori delle Università di Oxford e Berkeley, secondo cui la paura più strisciante, ovvero la possibilità che l’Intelligenza Artificiale possa portare all’estinzione del genere umano è ferma al 5%. Almeno al momento.
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