7 novembre 2024

Dalla UE via libera alle nuove regole sulla fatturazione elettronica

Dopo due anni di negoziati, lo scorso 5 novembre l’Ecofin ha raggiunto un accordo sull’Iva: un importante passo in avanti verso la transizione digitale e l’aumento del livello di competitività

Autore: Germano Longo
Ogni anno, in Europa, 61 miliardi di euro di Iva vanno in fumo a causa di scarsi controlli, poche regole e la scarsa abitudine dei Paesi membri di scambiarsi informazioni e segnalazioni.

Una cifra notevole, che a Bruxelles nessuno è più disposto a perdere, ma soprattutto un’emorragia di denaro contro cui sta partendo un pacchetto di contromisure che sono in realtà parte di un più ampio piano d’azione, lanciato nel 2020 per garantire una tassazione più equa e sostenere la ripresa economica post-pandemia.

Quella che sta per aprirsi è una svolta epocale voluta dalla Commissione UE che si riassume in un pacchetto di nuove regole nel sistema dell’Iva e della fatturazione elettronica che hanno come primo obiettivo ridurre quanto più possibile le perdite annuali, rendendo il sistema più efficiente e meno vulnerabile alle frodi, e come secondo target modernizzare la gestione fiscale nell’era digitale.
“L’accordo semplifica la vita ai contribuenti, affronta le frodi e promuove una concorrenza leale - spiega Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia - gli Stati membri dell’UE continuano a perdere 61 miliardi di euro in Iva ogni anno e la fatturazione elettronica unificata è un passo fondamentale per ridurre il problema. Una registrazione Iva unica alleggerirà l’onere amministrativo per le imprese europee, aiutando le Pmi a espandersi oltre confine. Infine, il regime del fornitore ritenuto è cruciale per livellare il campo di gioco tra economie tradizionali e piattaforme. Queste nuove regole Iva rafforzano la nostra capacità di sfruttare le opportunità della digitalizzazione, affrontandone alcune sfide e avvicinandoci a un’Europa più equa e competitiva”.

Tre i pilastri della riforma approvati dai ministri dei 27 nel corso dell’Ecofin: primo prevede che entro il 2030 le comunicazioni sull’Iva diventino obbligatorie e digitali per le transazioni tra Paesi membri, secondo, le piattaforme di servizi come Uber o Bolt e quelle per gli alloggi brevi (come Airbnb), dovranno far pagare l’Iva ai propri clienti e girarla ai rispettivi erari. Terzo, entro 2035 dovranno diventare inter-operativi tutti i sistemi fiscali nazionali, per rendere automatico lo scambio di informazioni e consentire alle aziende di registrarsi una sola volta.

Il nocciolo della riforma è l’introduzione di una rendicontazione digitale unificata, basata sulla fatturazione elettronica, sistema che da un lato permetterà alle aziende di semplificare i processi amministrativi e operativi, e dall’altro consentirà agli Stati membri di avere accesso ai dati in tempo reale per contrastare le frodi fiscali. Ma è fondamentale anche il secondo passaggio, che riguarda le piattaforme digitali per servizi di trasporto e affitti brevi, che diventeranno responsabili in prima persona della raccolta e del versamento dell’Iva: un intervento che punta a mettere sullo stesso piano i fornitori di servizi online e quelli tradizionali.

Nel pacchetto di nuove regole è previsto anche l’allargamento del “Vat One Stop Shop”, il regime speciale dello sportello unico introdotto nel 21 luglio 2021, consente agli operatori che forniscono servizi o cedono beni a consumatori all’interno della UE di dichiarare e pagare l’IVA in un solo unico Stato membro, quello dove sono identificati. Un ampliamento vantaggioso per le aziende specializzate nell’e-commerce, che potranno godere di un sistema di tassazione più semplice.

Consiglio e Commissione UE stimano che il passaggio alla fatturazione elettronica riuscirà a ridurre le frodi legate all’Iva fino a recuperare inizialmente 11 miliardi di euro circa sui 61 persi ogni anno, abbattendo anche di 4,1 miliardi euro all’anno per il prossimo decennio i costi amministrativi per gli operatori.
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