Da tempo, la “Didi Chuxing” è riuscita ad entrare nel mirino di investitori per via di numeri irresistibili: mezzo miliardo di utenti attivi, così tanti da riuscire a defenestrare “Uber” dal mercato cinese, con il colosso americano costretto a scendere a patti e ad accettare la fusione.
La Didi Chuxing è una compagnia di trasporti “ride-hailing” con sede a Pechino che fornisce veicoli e taxi attraverso le solite app. Una compagnia nata nel 2017 dalla fusione di altre due aziende: la Didi Dache e la Kuaidi Dache, la prima supportata dalla holding “Tecent”, la seconda dal colosso “Alibaba”. Quando basta per garantire alla compagnia un valore pari a 50 miliardi di dollari americani.
Ma non era che un semplice antipasto all’ormai prossimo debutto fra le sacre mura di Wall Street della Didi Chuxing, lanciata da un’offerta pubblica iniziale da 4,4 miliardi di dollari e addirittura costretta dalle richieste del mercato ad aumentare il numero di azioni da 228 a 317 milioni, tutte collocate nella fascia di maggior prezzo, quella fra i 13 ed i 14 dollari, raggiungendo una capitalizzazione che ormai supera i 73 miliardi di dollari (Bloomberg stima oltre i 100): in pratica, la più grande operazione cinese in terra statunitense dopo quella di Alibaba del 2014, per 25 miliardi di dollari.
Malgrado il peso un’indagine in Patria su sospette pratiche anticompetitive e di un’altra che si starebbe concentrando sui calcoli che stabiliscono i prezzi delle corse, la compagnia è in posizione dominante sul mercato cinese anche se al momento alterna guadagni altalenanti: lo scorso anno ha messo insieme ricavi per 21,63 miliardi di dollari, facendo però segnare un -8%, mentre l’ultimo trimestre si è chiuso con il segno più davanti a 30 milioni di dollari.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata