Alla faccia di crisi e guerre - o forse proprio grazie a quelle - il mondo è sempre più ricco. Basta un’occhiata al report della “Boston Consulting Group” per capire che lo scorso anno la ricchezza globale è salita del 4,3% rispetto all’anno precedente grazie ad un effetto in massima parte dovuto al forte rimbalzo dei mercati finanziari e ai potenti effetti valutari del dollaro. E le previsioni mostrano bel tempo stabile anche per i prossimi cinque anni, con stime che raccontano una ricchezza finanziaria prossima a sfiorare i 100mila miliardi dollari.
L’Italia, un tempo Cenerentola d’Europa, fa la propria parte rappresentando l’11,4% della ricchezza finanziaria dell’area occidentale del Vecchio continente, con un valore complessivo pari a 6.200 miliardi di dollari, che significa una crescita annua del 4,4% messa a segno dal 2018 in poi. Anche in questo caso, con previsioni a lungo termine che fanno sorridere i mercati: +3,8% all’anno, con l’idea di raggiungere i 7.400 miliardi di dollari entro il 2028.
Merito degli asset cha battono bandiera Tricolore, cresciuti dell’1% annuo fino a toccare lo scorso anno la quota di 7.700 miliardi di dollari e la previsione di raggiungere la cima degli 8mila nel giro di quattro anni. A crescere sono anche le passività, che con un aumento dell’1,8% annuo toccano i 900 miliardi di dollari e una stima di crescita dell’1,5% da qui al 2028.
Nel complesso, lo scorso anno gli investimenti in azioni e fondi hanno rappresentato il 41% della ricchezza personale, con una crescita prevista del 5,4% annuo.
Da queste parti, dati alla mano, vivono 457mila milionari, sparuta presenza che rappresenta meno dell’1% della popolazione italiana ma che ha in mano il 47% della ricchezza totale, a cui aggiungere 2.300 persone con patrimoni che superano i 100 milioni di dollari. Il restante 53% è distribuito tra chi possiede ricchezze inferiori al milione di dollari.
Ma l’ago della bilancia, nei prossimi cinque anni, continuerà a perdere verso i più ricchi, destinati a diventarlo ancora di più. In pratica, a fronte di una stabilità nel numero di milionari con patrimoni tra 1 e 100 milioni di dollari, salirà dell’1% la quota dei super-ricchi, quelli con oltre 100 milioni al caldo, mentre caleranno del 3% fra chi dispone di patrimoni minori.
Ma secondo il “Global Wealth Report 2024”, è statisticamente più probabile che chi detiene capitali riesca a scalare la classifica della ricchezza anziché scendere al gradino inferiore. Secondo l’analisi, nell’arco di un decennio un adulto su tre passa ad una fascia di ricchezza superiore, e su un orizzonte temporale di trent’anni l’eventualità di finire in uno scaglione più basso diminuisce di oltre il 60%.
Tra le previsioni anche quelle dei lasciti, con 83mila miliardi di dollari che nei prossimi vent’anni passeranno di mano alle generazioni successive. Ma un aspetto poco considerato di questo trasferimento di ricchezze è che prima di arrivare alle generazioni più giovani transiterà fra coniugi, con una netta prevalenza delle donne, statisticamente con un’aspettativa di vita più elevata.
A crescere, racconta ancora il report del “Boston Consulting Group”, è la cosiddetta ricchezza transfrontaliera, ovvero gli spostamenti di denaro tra Paesi e valute diverse attraverso reti bancarie, cresciuta del 5,1% per raggiungere i 13mila miliardi di dollari.
A guidare la crescita è per il 50% il Nord America, seguito dall’Europa occidentale, che mette al caldo un confortante 4,4%, meno di quanto riesca a fare l’area Asia-Pacifico, capace di una crescita del 5,1% che ha risentito del rallentamento dell’economia cinese. Nulla di così preoccupante, visto che le previsioni raccontano di un aumento degno di nota entro i prossimi quattro anni.
E se le Svizzera resta il più importante booking center del mondo con il 4,8% di crescita, gli Emirati Arabi Uniti hanno ormai consolidato la presenza fra i primi 10 hub finanziari mondiali a discapito di Hong Kong, in forte rallentamento e ormai superata in importanza da Singapore.
“Nonostante nel 2023 la ricchezza finanziaria sia tornata a crescere, non si alleviano le pressioni per gli operatori del risparmio, che hanno visto i loro margini diminuire più del 40% dal 2007 ad oggi a livello globale – commenta Graziano Pace, Principal di BCG - oggi, gli operatori del settore non possono più affidarsi esclusivamente alle performance dei mercati per essere sostenibili dal punto di vista economico-finanziario, ma devono evolvere il proprio modello di business per affrontare costi crescenti a causa dell’inflazione, inefficienze operative e requisiti normativi più stringenti. La “GenAI” giocherà un ruolo cruciale nella loro trasformazione di business, operativa e tecnologica, abilitando una migliore gestione dei costi e un’esperienza cliente evoluta”.