Il raggiungimento degli obiettivi in materia di energia rinnovabile implica un grande investimento nella ricerca di soluzioni innovative e di produzione di energia, in termini sia di tecnologie sia di assetti e configurazioni impiantistiche.
Nella creazione di energia pulita è stato raggiunto un innovativo e notevole traguardo: è stato condotto il primo test al mondo del magnete con tecnologia superconduttiva HTS che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica. Ad annunciarlo è ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) in un comunicato stampa, nel quale esplicita che il test è stato condotto da CFS (Commonwealth Fusion Systems), società spin-out del Massachusetts Institute of Technology di cui l’ente è il maggiore azionista.
In termini più semplici, come spiegato dall’Ente Nazionale, la fusione a confinamento magnetico - tecnologia mai sperimentata e applicata a livello industriale finora - è una fonte energetica sicura, sostenibile e inesauribile che produce i princìpi tramite i quali il Sole genera la propria energia, garantendone una enorme quantità a zero emissioni e rappresentando una svolta nel percorso di decarbonizzazione.
Nell’ambito della ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, la tecnologia in questione assume particolare rilevanza, in quanto, rappresenta un passo importante per creare le condizioni di fusione controllata e ciò comporta la possibilità del suo impiego in futuri impianti dimostrativi.
Il test e la costruzione del primo impianto sperimentale – In termini tecnici, l’Ente Nazionale Idrocarburi, spiega che il test ha riguardato l’utilizzo di elettromagneti di nuova generazione per gestire e confinare il plasma, ovvero la miscela di deuterio e trizio portata a temperature altissime da fasci di onde elettromagnetiche, e ha dimostrato la possibilità di assicurare l’innesco e il controllo del processo di fusione con la conseguente elevata stabilità di tutti i parametri fondamentali.
Sulla base dei risultati del test, il CFS prevede la costruzione entro il 2025 del primo impianto sperimentale a produzione netta di energia denominato SPARC e successivamente quella del primo impianto dimostrativo ARC, il primo impianto ad immettere energia da fusione nella rete elettrica che, secondo le prospettive, sarà disponibile nel prossimo decennio.
Le più grandi eccellenze mondiali nella ricerca in ambito energetico studiano e progettano per la realizzazione di macchine in grado di gestire reazioni fisiche simili a quelle che avvengono nel cuore delle stesse, ciò rappresenta l’obiettivo più ambito.
In questo panorama, giocano un importante ruolo le nuove tecnologie. Quest’ultime, infatti, consentono la messa in atto di apparecchi e macchinari che permettono di raggiungere obiettivi mai considerati in tempi passati.
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