Calma, non facciamoci riconoscere, che il mondo ci guarda. Però, almeno fra di noi, diciamocelo: nella tragicomica commedia dell’economia abbiamo cambiato ruolo, passando da Cenerentola che ad ogni semestre perdeva la scarpina (per quanto firmata), a “guest star”. L’Italia è in ripresa, dirlo toglie quasi il fiato, ma i segnali che continuano ad arrivare certificano l’irresistibile rimonta dello Stivale.
Emozioni certificate dai numeri del “World Economic Outlook”, le previsioni economiche mondiali del “Fondo Monetario Internazionale” aggiornate a giugno: una sorta di cartina tornasole di un ottimismo a cui avevamo perso l’abitudine. Dopo il crollo vertiginoso dello scorso anno, con una caduta che si è fermata all’8,9%, nel 2021 l’economia italiana è destinata a crescere più del previsto, con un Pil che dovrebbe aumentare del 4,9%, e proseguire la corsa a 4,2% nel prossimo anno. Faremo perfino meglio dei tedeschi, con la locomotiva quest’anno ferma al 3,6% e il prossimo anno al 4,1%. Tiè.
Certo, restiamo pur sempre italiani, i più indisciplinati della classe, e le bacchettate sulle dita le meritiamo ancora: il debito pubblico si assesterà sul 157,8% del Pil, con un deficit stimato all’1,1%, il 2,3 in più rispetto all’8,8% previsto mesi fa.
Ma non siamo soli, tutta la vecchia e cara Europa è in ripresa, con il Pil dell’eurozona destinato a crescere del 4,6% e il prossimo anno del 4,3.
Secondo l’FMI non se la passa male nemmeno l’economia globale, forte di una stima di crescita confermata al 6% e con un rialzo al 4,9% per il prossimo anno, trainati dagli Stati Uniti, a loro volta con un Pil in crescita del 7% del 2021 e del 4,9% il prossimo anno. Ma sul conto globale continuano a pesare i vaccini: “La Delta è la variante dominante e ha già avuto un impatto sulle previsioni di crescita ed è una preoccupazione importante, un rischio al ribasso. La buona notizia è che i vaccini che abbiamo funzionano, quella brutta è che c’è un accesso non equo – avverte la capo economista Gita Gopinath - la diffusione di varianti altamente infettive del virus potrebbe far deragliare la ripresa e bruciare 4.500 miliardi di dollari entro il 2025”.
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