Il commissario europeo per gli affari economici, Paolo Gentiloni, durante l’audizione alle commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue alla Camera, ha asserito che l’economia europea risentirà delle sanzioni economiche imposte alla Russia. Al momento, risulta difficile quantificare quanto l’impatto sull’economia dell’UE sia rilevante ma basti pensare che nella giornata di ieri è stata registrata una perdita di più di un terzo della crescita che era stata prevista dall’Ocse.
Per quanto riguarda le sanzioni alla Russia, Gentiloni ha chiarito che per la Commissione europea il percorso non è chiuso. Tuttavia, tali sanzioni devono essere modulate considerando che sono dei metodi che recano un danno maggiore all’economia russa ma contemporaneamente anche a quella europea.
Inoltre, il commissario europeo ha reso noto che nella prossima settimana la commissione pubblicherà il nuovo schema temporaneo di deroga agli aiuti di Stato che permetterà di sostenere con la finanza pubblica le imprese più esposte ossia quelle che hanno attività molto collegate alla Russia o all’Ucraina, o le “imprese energivore” oppure quelle che risentono, particolarmente, dell’incremento dei prezzi di alcune commodity. Tale schema di deroga rispetto a quello utilizzato durante la pandemia sarà più limitato e indirizzato alle imprese particolarmente colpite.
Una prospettiva di stagnazione e, di conseguenza, una riduzione totale della prospettiva di crescita che ci si auspicava all’inizio del 2022, è il messaggio – secondo Gentiloni – che devono trasmettere l’UE e i governi europei. Di certo, se si adottano le misure adeguate e coordinate a livello europeo, si può preservare un significativo livello di crescita – nonostante la drammatica situazione in Ucraina – seppur inferiore a quello preventivato a inizio anno.
Nelle battute finali, Gentiloni pone l’accento sulla clausola di salvaguardia che sospende le regole del Patto di Stabilità. In merito, ha reso noto che entro maggio si deciderà se far concludere o meno tale clausola entro il 2022, come previsto inizialmente. E’ evidenze come in una situazione di crisi come quella attuale la clausola potrebbe essere prolungata.
In conclusione, sull’ipotesi di bond compensativi per gli effetti economici della crisi in Ucraina, non si esclude che in futuro possano essere affrontati temi di questo tipo. Tuttavia, nei recenti vertici più recenti tale questione non è stata oggetto di discussione. Lo scenario è chiaro: stiamo affrontando uno choc esterno per cui nei prossimi mesi si dovrà verificare l’entità e le conseguenze che si riverseranno sulla nostra economia. Non si esclude, dunque, che tale tema, prossimamente, potrebbe ritornare all’ordine del giorno poiché se la crisi si aggrava sarà necessaria una risposta di sistema.
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