Nel 1999, il primo governo D’Alema decide di riunire sotto lo stesso tetto diversi enti e società come SPI, Italvest, IG, Insud, Ribs, ENI-Sud e Finagra, creando “Invitalia”, ufficialmente l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’Impresa, una SpA governativa partecipata per intero dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Gruppo Invitalia ha diffuso alcuni dati sulle iniziative messe in campo per favorire la nascita di nuove attività imprenditoriali, con particolare attenzione verso quelle femminili. Gli strumenti individuati da Invitalia sono in realtà numerosi, e vanno dalla rappresentanza femminile nelle catene del valore, al favorire la presenza delle donne nei corsi di studio STEM alla lotta al Gender pay-gap, la differenza salariale che la stessa agenzia è riuscita ad azzerare proprio quest’anno, due anni prima rispetto al Piano strategico di sostenibilità, classificandosi al primo posto nella categoria “Diversity&Inclusion”, nell’ambito del Premio al Report di Sostenibilità assegnato dall’Università di Pavia.
“In Invitalia – si legge nel Bilancio di sostenibilità 2023 – le donne rappresentano oltre il 50% di tutti i dipendenti e superano il 40% nelle posizioni manageriali. Negli ultimi due anni la presenza delle donne in ruoli gestionali è cresciuta di circa il 60%. Continua anche la crescita dei dipendenti under 30 che negli ultimi due anni sono raddoppiati. Inoltre, più del 40% dei componenti dei CdA del Gruppo è donna, con una percentuale che sale al 60% per la Capogruppo”.
Lo scorso anno, spiega l’agenzia, grazie al programma “Imprenditoria Femminile”, su 64mila imprese sostenute, Invitalia ha dato il proprio contributo per la nascita di 4.200 nuove imprese, di cui circa il 40% formate da imprenditrici. Il programma ha permesso anche di istituire 10 premi di laurea e 5 borse di studio per le studentesse di ingegneria biomedica dell'Università di Padova, in memoria di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa uccisa dal fidanzato diventata un caso di cronaca che ha commosso l’Italia intera.
Il programma Imprenditoria Femminile prevede anche il progetto “Cod(H)er”, questa volta in partnership con “Generation Italy”, che ha l’obiettivo di formare e accompagnare al lavoro 50 giovani donne, NEET, disoccupate o inoccupate tra i 18 e i 29 anni nelle regioni del Mezzogiorno, dando loro una preparazione per accedere alle nuove professioni digitali e tecnologiche più richieste dalle imprese. Per finire con il percorso di accelerazione “LiFE”, realizzato con la partnership della “Fondazione Emblema” e questa volta dedicato alle startup innovative che sviluppano (o intendo farlo), soluzioni ad alto contenuto tecnologico, ma che abbiano una compagine composta almeno per il 50% da donne, senza limiti di età e nazionalità.
A livello generale, spiega ancora il Gruppo Invitalia nel bilancio di sostenibilità “Cresce in modo significativo il valore delle agevolazioni ammesse, che passa da 4,6 miliardi di euro del 2022 a 5,9 miliardi di euro del 2023, per effetto dell'incremento del valore medio degli investimenti supportati (365mila euro contro i 50mila dello scorso anno). Dei 5,9 miliardi di euro, 2,5 sono stati utilizzati per la realizzazione di grandi investimenti, 2,3 per il rafforzamento del sistema produttivo, 419 milioni per la nascita di nuove imprese e 103 milioni di euro per sostenere le imprese nelle aree di crisi”.