18 novembre 2024

Il debito, un tabù che vive un italiano su due

Difficilmente se ne parla, perché dovere del denaro a qualcuno è spesso vissuto come una malattia o una deformità. Manca all’appello, purtroppo, un’educazione finanziaria che in molti Paesi è perfino materia di studio

Autore: Germano Longo
Superati (più o meno agilmente) i tabù del sesso e dei sessi, argomenti di cui un tempo calava in automatico una sorta di censura sociale, resta ancora viva e difficile da superare una condizione che equivale ad uno stigma difficile da eliminare: i debiti.

Secondo un’indagine realizzata da “AstraRicerche” per la “Kruk”, multinazionale del credito con sede in Polonia, in occasione della “Giornata senza debiti”, giorno voluto per sensibilizzare verso un problema vissuto da molti e rompere la cortina di silenzio che lo avvolge, il 43% degli italiani convive almeno con un debito. E più che altro lo vive molto male, percependo la propria condizione come una sorta di malattia. Il 47% di chi ha contratto un debito ammette di non parlarne mai, neanche a parenti e amici fidati, identificando l’argomento come una fonte di imbarazzo e una macchia sociale facilmente destinata a restare visibile per sempre.

Eppure, fra le sinusoidi della vita può capitare di attraversare momenti non facili, in cui ci si trova giocoforza costretti a farsi anticipare denaro che andrà restituito: all’apparenza nulla di strano e di così grave, ma al contrario una condizione che può sfociare in forme più o meno gravi di stati depressivi.

Lo dicono i dati dello studio, che per il 74% raccontano le difficoltà economiche affrontate da chi ha un debito importante da onorare, ma che nel 62% dei casi si trasformano in sintomi come ansia, stress e problemi fisici, sfociando a lungo andare in conseguenze che toccano il deterioramento dei rapporti familiari e sociali, trasformando un problema nato in ambito economico in un vortice di complicazioni psicologiche da cui uscire è molto più difficile.

Il 34% degli intervistati di fronte al proprio debito prova imbarazzo e vergogna, a fronte di un 30% che reagisce tentando di non pensarci. Ma soprattutto, a preoccupare non è tanto il presente quanto il futuro: il 63% teme di non riuscire a mettere da parte risparmi sufficienti per affrontare la vecchiaia senza pesare sui figli, ed un altro 39% avverte ansia crescente quando viene contattato da società di recupero crediti.

Eppure, secondo Tomasz Kurr, Ceo di Kruk Italia, siamo tutti indebitati, con la sola differenza che molti sono convinti di non esserlo. Il 42,5%, ad esempio, non si rende conto che ogni strisciata della carta di credito equivale ad un debito, magari non impossibile da estinguere e non diviso in più rate, ma rientra comunque nell’obbligo di dover restituire del denaro a qualcuno che l’ha anticipato. E ancora peggio, non tutti gli italiani sono informati a sufficienza delle conseguenze a cui si va incontro non onorando un debito, situazione che spalanca le porte ad azioni legali, interessi stellari e più che altro complica l’esistenza quando si tenta di uscire dalla lista dei “cattivi pagatori” che preclude l’accesso al credito per diverso tempo.

Malgrado la legge non ammetta ignoranza, la colpa non è neanche tutta dei cittadini, costretti a sopperire con il “fai da te” alla mancanza di alfabetizzazione finanziaria che in altri Paesi è invece prassi comune fin dalle scuole dell’obbligo. In compenso, il 45% degli italiani ha imparato a tenere traccia di ogni spesa, mentre il 18% giudica in modo negativo la propria situazione economica, con l’aggiunta di un 16% che non si stupirebbe se la situazione dovesse peggiorare all’improvviso e un 49% che teme invece sia destinata a restare invariata per lungo tempo. A questi, si somma un 34% che non si fida delle proprie capacità di gestione economica ed un 44% che allarga le braccia, ammettendo che di fronte ad una crisi economica non saprebbe che fare.

Più nel dettaglio, il 36% degli italiani si indebita per acquistare beni di lusso pur senza avendo la liquidità necessaria, mentre un 24% è costretto a indebitarsi per via dell’aumento del costo della vita, un altro 14% sottoscrive debiti per coprirne altri precedenti, finendo in un loop da cui uscire diventa sempre più complicato, ed il 13%, infine, che si è accollato debito per aiutare familiari in difficoltà.

E stupisce scoprire attraverso il sondaggio che il 47% dei giovani nella fascia di età fra 18 e i 24 anni ha almeno un debito, anche se spesso di piccola entità. Rappresentano la generazione che si dimostra più interessata verso l’educazione finanziaria e in fondo sono anche gli italiani più preoccupati per il loro futuro.
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