Per quanto si porti appresso timori e diffidenze, il futuro dei pagamenti sono i “mobile wallet”, letteralmente un portafogli che non sta più in una tasca o una borsa, ma nello smartphone.
I vantaggi della rivoluzione sono tantissimi, da qualsiasi lato la si guardi: oltre a consentire transazioni in tempo reale, permettono una maggiore tracciabilità, riducono la necessità del contante e annullano del tutto lo spazio fisico richiesto da carte di pagamento, documenti di identità e tessere fedeltà, tutto racchiuso in un’app, a prova di smarrimento.
Secondo uno studio di “Boku”, società di commercio digitale, entro i prossimi cinque anni il settore vivrà un incremento del 311%: detto in modo ancora più chiaro una persona su due avrà il proprio mobile wallet, con un aumento da 2,7 a 4,8 miliardi di portafogli circolanti.
Un mercato tirato soprattutto dai grandi mercati sud-est asiatici, come Filippine e Indonesia, ma seguito a ruota da America Latina, Africa e Medio Oriente, dove il fenomeno dell’underbanked (le scarse possibilità di accesso a servizi e prodotti bancari tradizionali), è assai diffuso.
Meno entusiasmo, prosegue il rapporto, il mobile wallet lo riscuote nella vecchia Europa e negli anziani Stati Uniti, dove entro il 2025 la transumanza verso il portafoglio smaterializzato sarà appena del 65 e del 50%, anche se nelle stesse aree la pandemia ha trasformato in successo il principio del contactless.
Gli italiani, secondo i dati dell’Innovative Payments della School of Management di Milano, sono fra i popoli più legati al contante, che resta la forma di pagamento più utilizzato, anche se la solita pandemia ha fatto letteralmente impennare le spese con strumenti digitali, che nel 2020 hanno sfiorato i 268 miliardi di euro per 5,2 miliardi di transazioni.
“Stiamo assistendo a un cambiamento di paradigma nei pagamenti guidato dai portafogli digitali che hanno abbassato la barriera di accesso ai pagamenti elettronici e hanno introdotto miliardi di nuovi consumatori nell’ecommerce. Questi consumatori non si trovano in Nord America o in Europa occidentale quanto, piuttosto, nei mercati emergenti e, sebbene non abbiano carte di credito, utilizzano prevalentemente mobile wallet – aggiunge Jon Prideaux, CEO di Boku - per i commercianti di tutto il mondo, accogliere i pagamenti digitali non significa accettare un tipo di portafogli mobile o un altro, ma garantire che i consumatori di ogni mercato dispongano della soluzione che richiedono per effettuare le transazioni”.
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