I Buoni Fruttiferi Postali di Poste Italiane sono considerati un investimento sicuro per chi vuole investire senza rischiare quasi nulla. Emessi da Cassa Depositi e Prestiti e collocati sul mercato da Poste Italiane, insieme ai libretti di risparmio postale, presentano rendimenti non proprio alti ma bassi rischi grazie alla garanzia dello Stato italiano che protegge il capitale investito da eventuali rischi di insolvenza, proprio come per i BTP, Buoni del Tesoro Poliennale. Ma sono realmente convenienti?
Cosa sono i buoni fruttiferi postali? - I BFP sono strumenti di risparmio molto diffusi tra i risparmiatori italiani. Nati nel 1924 per proteggere il capitale investito, sono diventati molto popolari negli anni ’70-’80. In quegli anni non esistevano tutte le offerte di risparmio che conosciamo oggi e i Buoni Fruttiferi Postali rappresentavano la migliore opzione per i risparmiatori prudenti. Ancora oggi però questi strumenti presentano diverse caratteristiche vantaggiose:
- vengono emessi alla pari: al 100% del valore nominale;
- offrono la possibilità di rimborsi immediati, compresi quelli anticipati;
- sono garantiti dallo Stato;
- gli interessi vengono stabiliti al momento della sottoscrizione e vengono versati al momento del rimborso o alla scadenza;
- non hanno costi di sottoscrizione e rimborso, salvo gli oneri fiscali;
- sono esenti da imposta di successione e sono soggetti a una tassazione agevolata al 12,50%, simile a quella dei titoli di Stato.
Rendimenti dei buoni fruttiferi postali - I rendimenti annui lordi dei BFP disponibili attualmente variano a seconda delle diverse tipologie, che hanno una durata compresa tra 3 e 20 anni. Questi rendimenti sono compresi tra 1,50% per la durata di 4 anni e il 2,75% per una durata di 20 anni.
Rischi dei buoni fruttiferi postali - Non esistono particolari rischi in merito agli investimenti in BFP che sono garantiti dallo Stato per quanto riguarda il pagamento degli interessi e l’eventuale restituzione del capitale investito. L’unico motivo per il quale si perderebbero i capitali risparmiati, riguarda il possibile default dello Stato italiano. Nel momento di sottoscrizione dei Buoni Fruttiferi Postali, il risparmiatore sa già quale sarà il rendimento del suo investimento. Ciascuno di essi, infatti, ha un tasso di rendimento fisso. La somma investita, però, può essere recuperata anche prima della scadenza del buono. Una volta acquistato il buono fruttifero, il risparmiatore può decidere di tenerlo fino alla sua scadenza, oppure rivenderlo sul mercato.
Investire in buoni fruttiferi postali conviene? - I buoni fruttiferi sono più convenienti del libretto postale Smart: ad esempio, sottoscrivendo 10.000 euro in Buoni 3x2, che prevedono il riconoscimento degli interessi ogni 3 anni a partire dal terzo anno dalla sottoscrizione, permette di ottenere, a scadenza, un valore complessivo di rimborso netto pari a 11.249,72 euro. Depositando 10.000 euro sul libretto postale Smart, pur attivando l’offerta Super smart premium 540 giorni, con interessi lordi annui del 4%, si ottiene un valore complessivo di rimborso netto di circa 10.874,24 euro, supponendo di rinnovare l’offerta al termine della prima scadenza.
Confronto BTP e BFP - I buoni fruttiferi sono meno convenienti dei BTP, i titoli di Stato. Ad esempio, un BTP a 3 anni rende circa il 3% annuo lordo. Tuttavia, i buoni postali vantano un’importante caratteristica: non sono influenzati dalle fluttuazioni del mercato. In caso di rimborso anticipato, infatti, il sottoscrittore ha il diritto di riavere almeno il capitale inizialmente investito. Con i BTP, invece, il valore di mercato può diminuire significativamente se i tassi di interesse aumentano.
Quando si prende in considerazione l’acquisto di un buono postale occorre sempre confrontarlo con l’investimento in titoli di Stato di analoga durata, valutando in base ai propri desideri futuri e obiettivi finanziari.