Secondo lo scrittore americano Arthur Bloch, “Una polizza assicurativa copre tutto, tranne quel che serve”. Ironia sulla giungla di prodotti, pacchetti e clausole che spesso si scopre di aver sottoscritto quando ormai è troppo tardi. Ma anche il mondo delle assicurazioni, poco amato per la straordinaria solerzia nel chiedere denari e la ritrosia nel darne, sta per cambiare, e questa volta il merito va alla “prezzemolina” di questi anni: l’Intelligenza Artificiale.
La rivoluzione, definita epocale, è stata svelata per la prima volta nel corso di “AI e Insurtech: nuove frontiere e opportunità per un’industria assicurativa che guarda al futuro”, organizzato da “IAA” (Italian Insurtech Association) e affollato da un parterre di tutto rispetto fra cui spiccavano Google, EY, Microsoft, Avanade e Gellify. “Il 91% delle compagnie assicurative ritiene che l’AI e, più in generale, le tecnologie per la raccolta e l’analisi dei dati avranno un ruolo cruciale nella rivoluzione del mercato insurtech nel prossimo decennio”, ha commentato Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano.
Un’occasione utile per presentare la nuova edizione dell’Insurtech Investment Index 2023, indice che monitora lo stato degli investimenti e il grado di innovazione del settore assicurativo italiano voluto da IAA e realizzato dall’Osservatorio “Fintech & Insurtech” del Politecnico di Milano. Il primo dato emerso è confortante: lo scorso anno, il livello di digitalizzazione del mercato italiano delle assicurazioni si è assicurato un punteggio di 20 su una scala di 30, in forte aumento rispetto al 2022. Ma è scendendo nel dettaglio che il concetto diventa più chiaro, perché il traino della crescita si deve a due punti focali: l’aumento dello sviluppo di progetti da parte delle compagnie (+108) e la nascita di 45 nuove partnership strategiche con diverse startup concentrate nel settore Insurtech. Sintomi di un 2024 che secondo le previsioni potrebbe diventare l’anno record per gli investimenti, con 50 milioni di euro destinati alle applicazioni dell’IA e prospettive di raggiungere i 140 milioni nel giro di un paio d’anni appena.
Movimenti appena percettibili dal popolo degli assicurati perché fino ad oggi concentrati in massima parte sulla digitalizzazione dei prodotti assicurativi, ma che a breve coinvolgeranno platee sempre più vaste attraverso campagne di informazione ed educazione di intermediari e consumatori, ma soprattutto creeranno prodotti assicurativi “taylor made”, pennellati in modo sartoriale sulle esigenze di ogni assicurato.
I progetti non mancano: dagli assistenti virtuali in grado di guidare gli automobilisti lungo un percorso meno trafficato o accidentato in grado di disattivare in automatico la copertura assicurativa nei periodi di sosta nelle aree di servizio, o che ancora tengano conto delle condizioni meteo per suggerire la guida, sia per motivi di sicurezza sia per eventuali danni all’automobile, come ad esempio in caso di grandine.
“L’IA può contribuire a fornire informazioni di contesto personalizzate, che a loro volta riducono l'asimmetria informativa e il protection gap, ossia gli ambiti in cui c'è una grande disparità tra il totale delle perdite e le perdite assicurate. Questo approccio ha ancora più valore per alcune categorie di rischi dove c'è scarsità di dati, come le coperture ambientali o catastrofali – ha spiegato Francesco Pisapia, Ey Italy insurance consulting leader al quotidiano ItaliaOggi - con l’intelligenza artificiale, l’acquisizione dei dati sarà più veloce e parte di un network condiviso tra aziende di settori differenti, come nel caso dello scambio d’informazioni tra assicurazioni e case produttrici d’auto, due mondi confinanti ma non sempre in dialogo tra loro finora. Ci sono pure casi di interazioni, all’interno di offerte di coperture strutturate, che spaziano fino alla salute e al turismo”.
Una rivoluzione silenziosa che, secondo la survey più recente, fra il 2023 ed il 2025 porterà alla nascita di 25mila nuovi profili con competenze tecnologiche avanzate fra data manager, cloud architet, data analytics e project & program management.
“Quello che è emerso è che i progetti di sviluppo di soluzioni che si basano sull’Intelligenza Artificiale sono ormai sui tavoli di tutte le principali compagnie assicurative. Ricordiamo che in Italia i settori che investono maggiormente in AI sono il Telco e quello Assicurativo. Stiamo assistendo a una sfida epocale per mettere a terra servizi che avranno un’incidenza enorme sul business model di moltissimi player assicurativi – ha concluso Simone Ranucci Brandimarte Presidente di IIA - come mostrano i dati raccolti dai colleghi del Politecnico, le compagnie assicurative stanno cercando di sviluppare progetti interni per aumentare la propria competitività. La principale sfida riguarda, a nostro avviso, non solamente il valore degli investimenti, di cui prevediamo un forte aumento, bensì il reperire quei profili competenti che avranno l’arduo compito di sviluppare questi servizi”.