11 marzo 2025

L’Intelligenza Artificiale nella P.A., le linee guida dell’Agid

L’Agenzia per l’Italia Digitale ha approntato una bozza che ridisegna uffici e unità organizzative pensando all’avvento ormai prossimo dell’IA. Nuovi ruoli, specializzazioni e professionisti che faranno da supporto e garanzia ai sistemi anche dal punto di vista etico

Autore: Germano Longo
Negli uffici, nelle scuole, negli ospedali, nelle banche, nei trasporti, al cinema, nella musica, nelle abitudini, nelle relazioni.

Non c’è campo o settore dove nel giro di cinque anni, secondo gli esperti, l’Intelligenza Artificiale sia destinata ad infilarsi modificando ogni regola per sempre, in una rivoluzione silenziosa, inarrestabile e implacabile.

E come tutte le svolte destinate a cambiare il passo all’umanità, ci saranno mestieri destinati ai musei e professioni nuove, ancora tutte da immaginare. È esattamente lo sforzo che ha impegnato l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) nella realizzazione di una bozza delle “Linee guida per l’adozione di IA”, un documento che elenca le primissime figure necessarie alla rivoluzione in arrivo, rivolto in prima battuta alla Pubblica Amministrazione ma nella realtà applicabile ovunque ci sia un’organizzazione, un’impresa o un’azienda che prima di quanto immagina sarà costretta a fare i conti con “un sistema automatizzato progettato per funzionare con livelli di autonomia variabili, in grado di generare previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali”.

Un documento di 119 pagine zeppo di esempi, dettagli e approfondimenti che ha l’obiettivo è rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione grazie all’IA.

Tra i ruoli inediti che sarà necessario individuare sono diverse le figure su cui cadranno le responsabilità, a cominciare dall’Hoo (Human oversight officer), profilo professionale dotato di abilità, conoscenze, competenze e inquadramento proprio nell’organigramma aziendale. Sarà lo snodo da cui dipenderà anche un ufficio dalle competenze trasversali in grado di monitorare le unità che utilizzano sistemi e modelli di IA. Tutto questo dopo aver adottato regolamenti interni per definire procedure di gestione, sviluppo e utilizzo dei sistemi.

A supporto del settore di controllo, il nucleo delle imprese che costituiscono l’organo tecnico, formate da figure professionali come il “change manager”, in grado di valutare che gli impatti dell’introduzione dell’IA ed elaborare le strategie di cambiamento, e ancora l’AI engineer, professionista specializzato nella creazione e nella realizzazione di modelli di IA che lavorerà a stretto contatto con l’AI architect, a sua volta in grado di valutare e progettare l’architettura dei sistemi di IA e la loro integrazione nelle infrastrutture esistenti. Nella squadra non potrà mancare un “giurista informatico” esperto in consulenze legali e informatiche sulle tecnologie e le conseguenze sulla privacy, sulla sicurezza e la proprietà intellettuale. Un profilo delicato che dovrà redigere e revisionare contratti di software e licenze, valutandone gli eventuali rischi.

Fondamentale diventerà la delicata gestione dei dati garantendo sicurezza e conformità alle normative vigenti: un’unità destinata ad ospitare i “data engineer”, esperti nella progettazione, nello sviluppo e nella gestione dei dati con il compito di garantire l’efficacia nella raccolta e la disponibilità. Altra figura necessaria i “data scientist”, esperti nell’analisi dei dati, machine learning e statistica che dovranno analizzare grandi quantità di dati per creare modelli predittivi che consentano di prendere decisioni basate su dati concreti e affidabili.

Ancora il “deep learning engineer”, un esperto di reti neurali, deep learning e programmazione che sappia applicare l’IA a problemi che richiedono grandi quantità di calcolo. Per finire con il “machine learning engineer”, a sua volta specializzato in algoritmi di machine learning e programmazione.

Ma per quanto le macchine saranno sempre più in grado di sostituire gli esseri umani, avranno sempre bisogno di dati, la vera benzina dell’IA. Da qui la necessità di immaginare un ufficio specializzato nell’addestramento dei sistemi affidato al “prompt engineer”, l’esperto che istruisce l’IA generativa alla produzione di output secondo le indicazioni ricevute.

Impensabile, in tempi come questi, non dedicare particolari attenzioni anche alla cybersicurezza, per proteggere i sistemi IA da rischi informatici e minacce, compito dell’esperto di cybersecurity per IA, che dovrà essere in grado di analizzare e soprattutto prevenire le minacce informatiche.

Per finire con l’ultimo passaggio, quello che gli esseri umani si terrano stretto per valutare l'impatto etico e sociale della rivoluzione tecnologica, garantito dagli AI ethicist, esperti umanisti che sappiano trattare le questioni etiche, sociali, culturali e filosofiche, a cui spetterà il compito di analizzare e valutare gli impatti sociali legati all’utilizzo sempre più massiccio dell'IA.
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