Oltre alla fine delle vacanze, alle prime piogge e (forse) alla riapertura delle scuole in presenza, settembre si presenta con una curiosa novità. Si chiama “Tipicità in tabaccheria” ed è frutto della collaborazione a quattro nata fra “Agrocepi”, “UIT”, “Soleo” e “ITA”, rispettivamente le federazioni che raggruppano le aziende dell’agroalimentare e i tabaccai, un’azienda di commercializzazione e logistica alimentare e un’altra specializzata nella distribuzione di prodotti per tabaccherie.
In pratica, oltre a sigarette, e-cig, accendini, caramelle e sale - come da antica dicitura “sali e tabacchi” – dal mese di settembre le 23mila tabaccherie presenti da nord a sud potranno vendere un paniere assai largo di prodotti agroalimentari italiani, dall’olio extravergine alle bibite, dalle nocciole alla pasta, dai pistacchi ai liquori. Un accordo che nasce per dare una mano al comparto, penalizzato dalla crisi del fumo, ovvero il drastico calo di coloro che hanno rinunciato alla sigaretta in qualsiasi sua forma.
“Si tratta di un’alleanza a favore del prodotto 100% italiano, venduta sotto il nostro marchio ‘La Bella e Buona Italia’ con certificazione rilasciata dalla piattaforma blockchain Authentico. Sia chiaro: non vogliamo fare concorrenza al negozio alimentare di prossimità o ad altri esercizi commerciali dedicati: la nostra è una proposta di eccellenza medio-alta, dedicata ad un consumatore consapevole e gourmet e per i tanti turisti che vogliono scoprire l’Italia anche nel cibo e nel vino. Diciamo che la tabaccheria sarò una sorta di enoteca di buon livello”.
Una proposta di trasformazione, sottolineano tutti, che si allinea a quanto sta già succedendo da tempo in diversi paesi europei come Francia e Germania.
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