5 marzo 2025

L’operazione “Isee senza BTP” slitta ad aprile

L’esclusione delle voci patrimoniali, che dovrebbe scattare dal 5 marzo, necessita di alcuni passaggi tecnici per adeguare sistemi, portali e software che spostano in avanti il calendario

Autore: Germano Longo
Come recita la Gazzetta Ufficiale del 19 febbraio scorso, in cui compare il Dpcm che la rende attuativa, la nuova norma che esclude i titoli di Stato dal calcolo dell’Isee entra in vigore il 5 marzo. Punto e a capo.

Ma un problema tecnico, ovvero l’adeguamento delle procedure che permettano di calcolare l’esclusione, sposta tutto in avanti di 30 giorni. La tempistica è stata confermata dall’Inps, ricordando che il Dpcm concede 30 giorni alle pubbliche amministrazioni per adeguarsi alla nuova direttiva e al momento nessuno sembra disposto a fare sconti.

La norma esclude dall’Isee buoni postali, libretti e titoli di Stato per un tetto massimo di 50mila euro e tecnicamente significa un abbassamento dell’indicatore e un innalzamento delle prestazioni collegate, come i bonus sociali di gas e luce, il bonus nido e l’assegno unico.

Secondo la Consulta Nazionale dei Caf, sarebbero circa 3 milioni gli Isee 2025 da rifare entro i primi giorni di aprile adeguandoli all’operazione “Isee senza BTP”, una stima che si basa sui dati finora caricati sui portali e di cui almeno il 40% contiene titoli di Stato, libretti postali o buoni fruttiferi, tutte voci che vanno escluse. E fino a questo momento, secondo l’Inps, sono state inviate quasi 7,5 milioni di “DSU” (Dichiarazioni sostitutive uniche), documenti necessari per richiedere l’Isee, di cui 5,9 milioni attraverso i Caf.

La marcia di avvicinamento ha già una tappa confermata per oggi, mercoledì 5, quando la Consulta dei Caf, il ministero del Lavoro, Inps e l’Agenzia delle Entrate faranno il punto sui prossimi passaggi che richiedono l’approvazione del nuovo modello di DSU, primo passaggio perché condizione necessaria per poter richiedere l’Isee. A quel punto, restano da aggiornare le piattaforme per l’invio del modello precompilato e gli applicativi delle software house che, in accordo con l’Inps, forniscono e adeguano le reti dei Caf. Andando a spanne, come accennato prima, non sarà possibile ottenere l’Isee adeguato alle nuove norme prima del mese di aprile, sempre che nel frattempo l’Inps fornisca in tempo utile le istruzioni tecniche.

Finita qui? Neanche per idea. I Caf, ad esempio, avanzano un dubbio amletico: la pratica di aggiornamento dell’Isee sarà a pagamento o gratuita? In teoria, dal 1° ottobre del 2023 le DSU successive alla prima inviate dal medesimo nucleo familiare hanno un costo di 25 euro a pratica, ma visto che il ricalcolo si è reso necessario per cause di forza maggiore, c’è chi dà quasi per scontato l’arrivo di copertura finanziaria che si accolli le spese. Ma nulla, al momento, è ancora deciso.

Per finire in bellezza con un altro dubbio lanciato nel mucchio nuovamente dai Caf, che restano in attesa di capire il metodo per escludere le voci patrimoniali. L’unica certezza è la soglia massima, pari a 50mila euro, ma non è stato chiarito se va applicata agli importi complessivi detenuti da tutti i membri del nucleo familiare oppure soltanto quelli del richiedente o da uno dei componenti. “Si tratta di aspetti che andranno chiariti nelle prossime settimane - confida Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta nazionale dei Caf - anche perché ad aprile i nostri uffici saranno già alle prese con l’inizio della campagna fiscale dei 730 del 2025”.

Giusto in coda, all’appello non mancano neanche i malumori, poiché sono in molti a pensare che per un gran numero di famiglie l’abbassamento dell’Isee escludendo BTP e buoni postali potrebbe avere gravi ripercussioni sui bilanci degli enti locali, portando i Comuni alla spiacevole condizione di dover rimodulare le fasce Isee pur di riuscire a garantire una distribuzione equa delle prestazioni sociali.

Per avere un quadro più preciso e affidabile sarà necessario attendere qualche mese, sufficienti per capire se i vantaggi delle prestazioni sociali saranno aumentati o se finiranno per penalizzare i nuclei familiari che a parità di requisiti di patrimonio mobiliare non possiedono titoli di stato.
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