Dopo un anno dalla Legge di Bilancio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM che esclude dall’ISEE 2025 titoli di Stato e i buoni postali fino a un massimo di 50mila euro, allargando dunque la platea dei nuclei che in questo modo potranno rientrare nella cerchia di aiuti, bonus e agevolazioni (si veda l’
articolo “E’ ufficiale: titoli di Stato e buoni postali sono esclusi dall’ISEE” del 20 febbraio 2025).
L’entrata in vigore della disposizione è stata segnata al 5 marzo 2025 ma, il percorso di attivazione richiede delle tempistiche un po' più lunghe. L’adeguamento delle procedure che permettano di calcolare l’esclusione, infatti, sposta tutto in avanti di 30 giorni (si veda l’
articolo “L’operazione “Isee senza BTP” slitta ad aprile” del 5 marzo 2025).
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con un Comunicato stampa pubblicato nella stessa data di entrata in vigore del DPCM, ha confermato che a partire dal mese di aprile, in seguito all’approvazione del nuovo modello tipo della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e delle relative istruzioni per la compilazione sarà possibile escludere dai calcoli dell’ISEE i titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali (inclusi quelli trasferiti dallo Stato) e i libretti di risparmio postale.
Le DSU già presentate nell’anno in corso restano valide fino alla naturale scadenza per accedere alle prestazioni sociali agevolate, ferma restando la facoltà di richiedere, a seguito dell’approvazione della nuova modulistica ISEE, una nuova attestazione ISEE calcolata secondo le nuove modalità.
Il tempo scorre ma, al momento, i dubbi permangono. I Centri di Assistenza Fiscale restano in attesa di capire come escludere le voci patrimoniali e se la pratica di aggiornamento dell’ISEE sarà a pagamento oppure no. Dal 1° ottobre 2023, infatti, le DSU successive alla prima inviate da uno stesso nucleo familiare costano 25€ per ogni pratica, diventa necessario capire se la presenza di una causa di forza maggiore che impone l’aggiornamento può annullarne la spesa.