È una tempesta perfetta quella che si è abbattuta sui passaporti: da una parte l’accumulo delle richieste dopo l’azzeramento dei periodi di lockdown, dall’altra la Brexit, passando attraverso problemi tecnici della Zecca con la stampa dei nuovi libretti, per finire in bellezza con la carenza di personale delle Questure.
Un cono di bottiglia inarrestabile che lo scorso mese di febbraio aveva spinto il “Sole 24Ore” a realizzare un’inchiesta da cui emergevano situazioni al limite del paradosso, con città come Bari e Cosenza in affanno, l’impossibilità di prenotare registrate a Torino e il minimo di 90 giorni necessari a Milano.
Problemi che si traducono in migliaia di prenotazioni a rischio, almeno secondo i dati di “Assoviaggi”. “Se in alcuni capoluoghi di provincia i tempi di attesa per gli appuntamenti con gli Uffici delle Questure sono migliorati – spiega il presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi – in tante altre realtà invece sembrano addirittura aumentati. Se non si interviene con decisione, con le festività pasquali e dei ponti di primavera alle porte, periodo in cui aumenta la domanda turistica anche per i viaggi internazionali, tra marzo e giugno si rischia di veder annullare altre 52mila prenotazioni e circa 75 milioni di euro di mancati introiti per le imprese del turismo organizzato”. Numeri che fanno il paio con le 6mila prenotazioni andate in fumo nei primi sei mesi dell’anno, con una ricaduta sul settore stimata in 8,8 milioni di euro.
“Stiamo subendo comprensibili e ragionevoli critiche - ammette il ministro Piantedosi - ma stiamo facendo un grande sforzo e nel 2023 sono stati rilasciati oltre 2.700.000 passaporti, un milione in più rispetto al trend consolidato degli anni precedenti”.
Ma in un marasma che sembra senza via d’uscita, spunta un piccolo raggio di sole: lunedì 11 prende il via la sperimentazione del rilascio dei passaporti attraverso gli uffici postali che aderiscono al “Progetto Polis” di 7mila Comuni italiani con meno di 15mila abitanti. Tutto inizia da San Pietro in Casale e la frazione di Dozza a Toscanella, in provincia di Bologna, per poi estendersi a tutto il resto d’Italia.
Un’iniziativa definita dal Ministro dell’Interno Piantedosi come “Un’importante novità sulla strada della semplificazione dei canali di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Un segnale di attenzione verso le comunità di quei piccoli centri abitati che rappresentano la spina dorsale del nostro Paese”, e come “Il più importante progetto di sviluppo sostenibile in Italia e forse in Europa”, secondo la presidente di Poste Italiane, Silvia Maria Rovere.
Il Progetto Polis – Case dei servizi di cittadinanza digitale, è un’iniziativa finanziata con 800milioni di euro del PNRR e altri 400 delle Poste, nasce da una convenzione stilata fra Poste Italiane e Ministero dell’Interno e delle Imprese, e consente la creazione di “sportelli unici” nei piccoli comuni, dove vive un quarto degli italiani, circa 16milioni di persone, per cui finora era un’odissea dover richiedere certificati anagrafici e di stato civile, carta d’identità digitale e a breve alcuni servizi di pagamento per conto dell’Agenzia delle Entrate.
Grazie al Polis, per avere un passaporto nuovo di zecca saranno sufficienti un documento di identità, il codice fiscale, due fotografie, la ricevuta di pagamento del bollettino da 42,50 euro e una marca da bollo da 73,50. L’ufficio postale, a quel punto, raccoglierà tutto registrando le impronte digitali del richiedente insieme al passaporto scaduto o la denuncia di smarrimento, per poi inviare tutto presso il competente ufficio della Polizia di Stato.
"Diventiamo punto di riferimento della pubblica amministrazione – ha concluso la presidente di Poste - contribuendo a ridurre i divari tra centri e periferie. Polis sarà ricordato come un tassello fondamentale del progresso del Paese, soprattutto nel rapporto tra pubblica amministrazione e aziende private”.
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