La
Legge di Bilancio 2022 ha previsto importanti novità in materia di riscossione, tra cui l’estensione della proroga del termine di pagamento fissato a 180 giorni dalla notifica (rispetto ai 60 giorni ordinariamente previsti) e senza alcun onere aggiuntivo per le cartelle notificate dal 1° Gennaio al 31 marzo 2022.
Di conseguenza, prima della scadenza dei 180 giorni dalla notifica, l’Agente della riscossione non potrà dare corso all’attività di recupero del debito iscritto al ruolo.
Una proroga che però non deve lasciare presumere un alleggerimento dell’attività di riscossione dell’Agenzia delle Entrate.
Si tratta infatti di un provvedimento che si va a sommare allo stralcio dei debiti fino a 5.000 euro comunicato dalla stessa Agenzia delle Entrate nella circolare n. 11/E dello scorso 22 settembre 2021 e previsto per i singoli carichi affidati all’agente della riscossione dall’1° gennaio 2000 al 31 del 2010 valido per le persone fisiche che nell’anno di imposta del 2019 hanno dichiarato un reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi fino ai 30.000 euro, o per i soggetti diversi dalle persone fisiche che - sempre nel periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2019 - hanno dichiarato un reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi fino a 30.000 euro.
Lo stralcio dei debiti fino a 5.000 euro non va tuttavia inteso come un condono, quanto piuttosto come la necessità della stessa Amministrazione Finanziaria di smaltire il magazzino dei crediti oramai inesigibili.
Nella “Relazione sui criteri per la revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi” comunicata al Senato dal Ministro Franco lo scorso Luglio 2021, si apprende che i quasi 1000 miliardi di crediti affidati alla riscossione coinvolgono ben 15 milioni di persone fisiche (di cui ben 2.5 milioni con una attività economica al netto di 3 milioni di persone giuridiche) e che il 78% degli atti di notifica riguardano importi inferiori ai 1.000 euro per un complessivo di 56 miliardi di euro di carico residuo.
Nel complesso, 25,6 miliardi di carico residuo sono imputabili a persone fisiche decedute (23,4 miliardi riconducibili a persone fisiche decedute senza informazioni di dichiarazione di successione) e 115,8 a coloro che per l’anagrafe tributaria risultano nullatenenti.
Nel frattempo, sia il Governo sia l’Amministrazione Finanziaria non hanno mai smentito gli impegni presi con il PNRR in relazione a quanto previsto in calendario per il 2022, ovvero:
- aumentare del 20% gli atti di notifica per i contribuenti in cui vengono riscontrate delle anomalie rispetto al 2019;
- ridurre del 5% gli atti di notifica per i contribuenti in cui vengono riscontrate delle anomalie inesistenti rispetto al 2019;
- aumentare la tax revenue del 15% rispetto al 2019 attraverso l’incremento degli atti di notifica.
Del resto, che il Governo sia fortemente impegnato nella riduzione del tax gap, ovvero la differenza tra le entrate attese e quelle effettive, lo si apprende anche dai contenuti dell’”Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2021-2023” firmato dal Ministro Franco.
Tra gli obiettivi prioritari emergono infatti sia l’aumento dell’adempimento spontaneo dei contribuenti sia il consolidamento dell’attività di prevenzione degli inadempimenti tributari sia il rafforzamento dell’azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.