Secondo le autorevoli previsioni di “Standard & Poor’s”, il PIL italiano ha messo le ali: quest’anno e il prossimo si attesterà al +4,9%, contro il +3,5% della Germania.
È addirittura una revisione in meglio quella dell’agenzia di rating americana, che aveva pronosticato per quest’anno il +4,7% e il 4,2% per il prossimo. Nel report, l’agenzia spiega che la ripresa sta iniziando spostarsi dall’industria ai servizi, e che “Le cicatrici a lungo termine per l’economia saranno probabilmente limitate dalla risposta coordinata dell’Europa in materia di politica fiscale e monetaria”.
Tutto merito degli effetti benefici del Recovery, che entro il prossimo anno produrrà risultati significativi anche sul mondo del lavoro, con un tasso di disoccupazione che nel 2021 si fermerà al 10% per poi iniziare una discesa graduale. Anche l’inflazione italiana, assicura S&P, salirà dell’1,3% (2,5% il dato previsto in Germania), con un calo fino all’1,1% nel prossimo anno.
Prospettive rosee anche per l’intera Eurozona, che grazie all’effetto degli stimoli fiscali del Pnrr potrà contare su un PIL in salita del 4,4% per l’anno in corso e del 4,5% per il prossimo. “I piani di Recovery potrebbero far aumentare il Pil tra l’1,3% e il 3,9% nell’eurozona nei prossimi cinque anni, a beneficio di paesi come Grecia, Portogallo, Italia e Spagna, riducendo il divario economico nella zona euro”.
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