Si avvicina per tutti la fine dell’anno e con esso la scadenza del saldo della TARI 2023, per questa ragione bisogna far attenzione alle regole sul calcolo e tutte le istruzioni relative alla tassa sui rifiuti (TARI) che segue le particolari disposizioni di ciascun Comune. I Comuni, però, sono tenuti ad adeguare e uniformare le norme, i versamenti e le scadenze alle regole generali valide per tutto il territorio nazionale.
Quindi per avere il calendario preciso delle scadenze con le relative tariffe, si deve far riferimento alle istruzioni del proprio Comune di residenza che a loro volta si adegueranno a delle regole generali nazionali come quelle di predisporre la possibilità di un pagamento rateale almeno in tre rate e di assicurarsi che l’ultima delle rate, ossia il saldo, avvenga dopo il 30 novembre o comunque dopo la pubblicazione, solitamente entro la fine di ottobre, delle nuove tariffe per l’anno in corso.
Cos’è la TARI - La TARI è una tassa relativa alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti in Italia. Si parla di tassa dal momento che esiste una correlazione diretta tra la gestione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti e la TARI stessa, introdotta dalla Legge di Stabilità del 2014 che ha accorpato le precedenti tasse esistenti nel settore rifiuti-ambiente:
- Tariffa di igiene ambientale (TIA);
- Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU);
- Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES).
La tassa rifiuti si calcola considerando due diverse componenti: una quota fissa (determinata sulla base dei metri quadrati dell’immobile e delle relative pertinenze moltiplicati per il numero degli occupanti) ed una quota variabile (quantità di rifiuto residuo conferito e quantitativo minimo obbligatorio, decisi da ciascun Comune sulla base della delibera TARI comunale); l’importo complessivamente dovuto è determinato in relazione sia alle caratteristiche dell’immobile che a quelle del nucleo familiare.
Scadenza TARI 2024 - La scadenza della TARI varia da Comune a Comune, e quindi consigliabile prendere visione dei regolamenti locali per una panoramica più chiara dei termini di versamento.
Nella maggior parte dei casi la scadenza della TARI è ripartita in tre rate:
- 1° acconto entro la fine di aprile;
- 2° acconto entro la fine di luglio;
- saldo entro la fine dell’anno.
Date per il versamento TARI 2024 - Così come si legge nella CIRCOLARE N. 2/DF del 2019 del Ministero delle Finanze, per quanto riguarda la TARI, al fine di illustrare in modo esemplificativo il meccanismo, si può ipotizzare che il Comune – con il regolamento di disciplina del tributo o con un’apposita deliberazione annuale – stabilisca (a regime o, in ipotesi, per l’anno 2024) quali scadenze di versamento:
- il 16 aprile,
- il 16 luglio,
- il 16 dicembre.
In questo caso, le prime tre rate della TARI per l’anno 2024 saranno dovute a titolo di acconto e andranno determinate in misura pari ad una percentuale, stabilita dall’ente locale, della tassa dovuta per l’anno precedente, mentre l’ultima rata dovrà essere calcolata, a saldo, sulla base delle tariffe stabilite per l’anno 2024 a condizione che la relativa deliberazione sia stata pubblicata entro il 28 ottobre 2024.
Il sistema delineato richiede, pertanto, in primo luogo, che almeno una rata della TARI sia fissata dal Comune in data successiva al 30 novembre di ciascun anno, ed eventualmente anche nell’anno successivo, in modo che il saldo sia determinato sulla base delle deliberazioni tariffarie pubblicate alla data del 28 ottobre, e, in secondo luogo, che l’ente locale stabilisca come ripartire tra rate di acconto e saldo l’importo complessivo dovuto per ciascun anno.
Qualora, dunque, le disposizioni regolamentari vigenti in ciascun Comune non risultino coerenti con il descritto meccanismo di versamento, le stesse andranno opportunamente adeguate, ferma restando, ovviamente, la facoltà di stabilire le rate di versamento della TARI con apposita deliberazione annuale anziché nel corpo del regolamento di disciplina del tributo.
Quali sono le modalità di pagamento - Le modalità di pagamento della TARI variano da Comune a Comune, ma le più diffuse sono:
- pagamento con modello F24;
- pagamento con bollettino postale;
- pagamento con MAV.
Per quel che riguarda il pagamento della TARI 2024 con modello F24 bisogna fare attenzione al codice tributo da utilizzare.
Per questo tipo di pagamento è previsto il codice tributo 3944 sezione IMU ed altri tributi locali.
Inoltre, con la risoluzione numero 5 del 18 gennaio 2021, l’Agenzia delle Entrate ha istituito i nuovi codici tributo da inserire nei modelli F24 ed F24Ep per corrispondere il tributo scorporato, la TEFA, che fino al 2020 era versata insieme alla TARI.
Vengono dunque introdotti i codici tributo “Tefa”, “Tefn” e “Tefz” per il pagamento rispettivamente del tributo, degli interessi e delle sanzioni.
Bonus TARI - Anche per la TARI 2024 sono previsti bonus e agevolazioni per le famiglie con ISEE basso. Il Bonus TARI è applicato in automatico in favore dei contribuenti che possiedono i seguenti requisiti:
- nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 8.265 euro;
- famiglie numerose con un ISEE non superiore a 20.000 euro;
- beneficiari del reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza.
Anche su questo aspetto è sempre necessario far riferimento alle regole specifiche previste dal proprio Comune.
Agevolazioni e riduzioni della TARI - Sono previste due tipologie di riduzioni ed agevolazioni in materia di tassa sui rifiuti:
- riduzioni obbligatorie;
- riduzioni facoltative.
Quando le riduzioni obbligatorie - Le riduzioni sono obbligatorie, in particolare, nei seguenti casi:
- mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti (riduzione del 20%);
- effettuazione del servizio in grave violazione della disciplina di riferimento;
- interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente.
Ricordiamo inoltre, che dal 2021 la tassa sui rifiuti per i pensionati esteri viene ridotta di un terzo. I beneficiari dello sconto sulla TARI sono i soggetti non residenti nel territorio dello Stato, titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia.
Quando le riduzioni sono facoltative - Le riduzioni sono facoltative nei seguenti casi:
- abitazioni con unico occupante;
- abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo;
- locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;
- abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero;
- fabbricati rurali ad uso abitativo.
Errore di calcolo dei comuni - È bene conoscere il funzionamento della TARI anche al fine di verificare eventuali errori di calcolo.
Negli ultimi anni, capita, sempre più spesso, di incappare in vari errori di calcolo che compiono i Comuni. Quelli più importanti, che vogliamo qui evidenziare, si riferiscono ai seguenti casi:
- l’erronea applicazione dell’IVA;
- il calcolo errato in ordine alle pertinenze.
Qualora venisse riscontrato un errore nel calcolo della TARI è possibile richiedere il rimborso del relativo importo. L'istanza di rimborso deve essere proposta compilando un apposito modulo messo a disposizione da ciascun Comune.