L’entrata in vigore era inizialmente prevista per il 15 agosto scorso. La diffusione della pandemia Covid-19 e la conseguente emergenza hanno fatto propendere per lo slittamento al
1° settembre 2021.
Stiamo parlando dell’entrata in vigore del
Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza. La normativa fornisce alle aziende nuovi strumenti per poter
diagnosticare in maniera precoce lo stato di difficoltà, con l’obiettivo di garantire il
processo di continuità. Anche le principali software house si stanno preparando a commercializzare appositi
software per la crisi d’impresa.
Il codice è composto da 391 articoli per la riforma della legge fallimentare che cambierà anche terminologia per definire lo stato di crisi dell'impresa:
il fallimento lascia posto alla
liquidazione giudiziale, termine meno negativo che assieme alle
procedure di allerta rappresentano le novità principali della riforma che si propone di
prevenire la crisi o
almeno contenerla.
Le novità principali
Il nuovo Codice della Crisi d’impresa porterà con sé numerose novità. Le principali possiamo trovarle raccolte in questo elenco:
• Sostituzione del termine fallimento con l’espressione “
liquidazione giudiziale” in conformità a quanto avviene in altri Paesi europei, al fine di evitare il discredito sociale anche personale che anche storicamente si accompagna alla parola
“fallito”;
• Si introduce un
sistema di allerta finalizzato a consentire la pronta emersione della crisi,
• Si dà priorità di trattazione alle proposte che comportino il superamento della crisi assicurando
continuità aziendale;
• Si privilegiano, tra gli strumenti di gestione delle crisi e dell’insolvenza, le
procedure alternative a quelle dell’esecuzione giudiziale;
• Si uniforma e si semplifica la disciplina dei diversi
riti speciali previsti dalle disposizioni in materia concorsuale;
• Si prevede la riduzione della durata e dei costi delle
procedure concorsuali;
• Si istituisce presso il Ministero della Giustizia un
albo dei soggetti destinati a svolgere su incarico del tribunale funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, con l’indicazione dei
requisiti di professionalità, esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione;
• Si armonizzano le procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori.
È chiaro che il nuovo codice rappresenta una novità tutt’altro che di poco impatto, tanto da portare commercialisti e professionisti contabili a doversi organizzare per non farsi trovare impreparati.
I professionisti e il codice della crisi
Il nuovo codice della crisi dell’impresa rappresenta una
grande opportunità per i professionisti, in quanto la maggioranza delle imprese che compongono il tessuto imprenditoriale italiano non hanno né le competenze né gli strumenti necessari per osservare i nuovi adempimenti.
Una responsabilità in più che grava sulle spalle di commercialisti e studi commerciali, ma che non deve certo trasformarsi in un ostacolo per varie cause:
• Scarsa preparazione del personale
• Pretesa da parte del cliente di una consulenza avanzata che richiede tempo e conoscenze
• Poca disponibilità di tempo a fronte della mole di lavoro elevata dovuta a pratiche quotidiane e scadenze
Non si può essere fermati da queste preoccupazioni: il nuovo adempimento contribuisce a riportare il commercialista al “centro del villaggio”, ovvero a tornare ad essere un vero e proprio
punto di riferimento per le aziende che dovranno adeguarsi a quello che prevede il nuovo codice.
Organizzarsi con i giusti strumenti
Oltre alle proprie competenze, al professionista serviranno specifici strumenti digitali, necessari per
supportare le aziende nel processo di valutazione dello stato di crisi.
Strumenti utili ad individuare facilmente eventuali
sintomi di crisi, ad analizzare
rischi finanziari, intervenire tempestivamente per evitare la
liquidazione giudiziale, pianificare budget di cassa o progettare piani di risanamento.
Se da un lato la
segnalazione all’organismo preposto (OCRI) dello stato di crisi è stato posticipato al 1° settembre 2021, dall’altro risulta già operativo l’obbligo da parte dell’imprenditore di
dotarsi degli adeguati assetti organizzati a garanzia della continuità aziendale e quindi il monitoraggio di questi aspetti.
Ecco che, perché la crisi d’impresa si riveli a tutti gli effetti una reale opportunità di crescita per i commercialisti, serve scegliere con oculatezza un gestionale in grado di garantire
immediatezza e concretezza per:
• Importare in pochissimi passaggi i
saldi di bilancio;
• Calcolare gli
indici di allerta indicati dal CNDCEC e gli altri indicatori previsti dal CCII;
• Valutare i principali
aspetti previsti dal CCII attraverso dei questionari;
• Elaborare
report di riepilogo da condividere con il cliente.
Il giusto software per la gestione della Crisi d’impresa e dell’insolvenza permetterà di poter gestire appieno l’adempimento e dare al cliente un servizio completo, ottenendo allo stesso tempo benefici concreti come:
• Clientela soddisfatta e possibilità elevata di poterla fidelizzare;
• Maggiori guadagni;
• Maggiore tempo a disposizione da poter investire nella formazione del personale o nel proprio tempo libero;
• Un salto di qualità tangibile, con la possibilità di erogare più servizi senza dover aumentare il personale.