La proroga dei versamenti trascura il termine del 20 agosto: dimenticanza o volontà? Il Dpcm del 28 giugno ha prorogato al 20 luglio il termine per il versamento del saldo delle imposte sui redditi riferite al 2020 e del primo acconto per quelle relative al 2021.
La norma, tuttavia, trascura il termine del 20 agosto, entro il quale, negli ultimi 14 anni, è sempre stato concesso il pagamento con la maggiorazione dello 0,40%.
“Che fine ha fatto il termine del 20 agosto?” si chiede il presidente Falcone dopo un’attenta lettura della norma. “E’ senz’altro incoerente con la situazione di crisi e di carenza di liquidità che le imprese ed i professionisti stanno vivendo a causa della pandemia, non consentire la proroga al 20 agosto” lamenta Falcone, che insiste “peraltro si tratterebbe anche della violazione dell’affidamento che i contribuenti ripongono nello Stato, vista la riproposizione costante della misura negli anni precedenti la pandemia, e ciò in contrasto con i recenti principi approvati in tema di riforma Irpef”.
Dunque mera dimenticanza o precisa volontà politica? “L’auspicio è che si tratti della prima e che comunque si faccia subito chiarezza”, conclude Falcone.
Il presidente nazionale, inoltre, non perde l’occasione per ribadire la necessità di ripristinare il termine ordinario di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, ancora anticipato al 10 settembre.
La presentazione della dichiarazione non è affatto un presupposto necessario per accedere al contributo a fondo perduto, infatti, come suggerito dalla Lapet, l’istanza può essere corredata da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nella quale il contribuente attesta la sussistenza dei requisiti. Qualora in sede di dichiarazione venisse invece accertata l’assenza di detti requisiti, “il contribuente ben potrebbe rinunciare o restituire il contributo tramite ravvedimento operoso” chiarisce Falcone.
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