Marco Emilio Rottigni, direttore generale dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), evidenzia come l’Europa, e in particolare l’Italia, godano di una solida patrimonializzazione, con 50 miliardi di risparmi in eccesso rispetto ai requisiti minimi previsti. Questo contesto favorisce il processo di aggregazione bancaria, con le banche italiane che ricercano sinergie puntando ad un consolidamento a livello europeo. Ed è proprio con il sistema europeo che il settore bancario italiano si confronta, presentandosi con una struttura eterogenea dove nonostante la drastica riduzione dei gruppi creditizi, passati da 463 a 94, permane la necessità di un sistema bancario diversificato, composto sia da grandi istituti che da realtà di dimensioni più contenute.
Secondo Rottigni, per dare una spinta propulsiva al settore occorre semplificare le normative, in particolare quelle legate alla rendicontazione ESG, al regolamento di Basilea 3 e alla gestione dei dati bancari. La deregulation deve essere accompagnata da un’integrazione più marcata dei sistemi finanziari europei, superando l’attuale frammentazione in 27 diversi assetti regolatori. Un mercato bancario forte e coeso rappresenta la condizione essenziale per sostenere la crescita economica, soprattutto considerando che l’Europa vanta 33mila miliardi di euro di risparmio privato, con l’Italia in testa. Tuttavia, questo capitale, anziché rimanere fermo a causa della sfiducia degli investitori, dovrebbe essere incanalato verso investimenti produttivi, magari attraverso agevolazioni fiscali mirate.
Sul piano internazionale, Rottigni mette in guardia dall’impatto delle politiche protezionistiche annunciate da Trump, che potrebbero pesare sull’export italiano con un impatto stimato di oltre 2 miliardi di euro e una riduzione della crescita fino allo 0,3% annuo. Nel frattempo, ABI lavora a una riorganizzazione strutturale per supportare meglio le banche, investendo in tecnologia e promuovendo un’advocacy internazionale più incisiva. Anche le criptoattività rientrano tra le priorità: la direttiva MiCA introduce controlli, ma non regolamenta a livello extra UE, lasciando campo libero alle Big Tech americane. In Italia, sotto la supervisione di Bankitalia, partirà la sperimentazione sulle criptoattività, con l’obiettivo di definire un quadro normativo più chiaro e competitivo.
In un contesto caratterizzato da abbondante liquidità e da una prospettiva di riduzione dei tassi d’interesse, il mercato bancario italiano si trova di fronte a una sfida cruciale: trasformare il risparmio privato in un motore per la crescita economica, senza rimanere intrappolato in un circolo vizioso di immobilismo e frammentazione normativa.
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