Sono ormai lontani i giorni in cui la parola “spread” destava grande preoccupazione, anche tra i non addetti ai lavori.
Nell’ultimo trimestre del 2024, le elezioni americane e il rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato statunitensi hanno provocato un incremento dei differenziali tra i rendimenti dei titoli francesi e tedeschi e i tassi OIS.
Nonostante le fluttuazioni nei prezzi dell’energia, l’inflazione in Europa si avvia verso una stabilizzazione duratura, attestandosi intorno al 2%.
Per quanto riguarda gli effetti di propagazione, i Paesi dell’Europa meridionale – Grecia, Spagna, Italia e Portogallo – hanno reagito positivamente. Grazie alle aspettative favorevoli sui bilanci pubblici, gli impatti degli eventi d’oltreoceano sono stati contenuti. In particolare, lo spread si è ridotto di 9 punti base per l’Italia, 4 per il Portogallo e 6 per la Spagna.
Ancora tassi…
La direzione futura dei tassi di interesse, già ribassati più volte, sarà decisa riunione per riunione, in base ai dati economici e finanziari più recenti. Il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito di non volersi vincolare a un percorso predefinito, sottolineando che eventuali riduzioni saranno attuate gradualmente, con valutazioni specifiche basate sul contesto storico ed economico.
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