11 maggio 2019

Cndcec - Fnc: il nuovo rapporto banca-impresa e il ruolo del Commercialista

Autore: Alfonsina Pisano
È stato pubblicato il documento Cndcec - Fnc “Rating Advisory e Pianificazione Finanziaria alla luce dell’evoluzione del quadro regolamentare: il nuovo rapporto banca-impresa e il ruolo del Commercialista” a cura del Gruppo di lavoro “Pianificazione finanziaria e rating advisory” dell’Area Finanza aziendale (Consiglieri nazionali delegati Maurizio Grosso e Lorenzo Sirch).

Nell’ambito delle piccole e medie imprese italiane - che rappresentano la struttura portante del tessuto economico e produttivo del Paese - il credito bancario continua a rappresentare la principale fonte di risorse finanziarie esterne.

Gli istituti bancari, però, si trovano in una situazione di difficoltà nella valutazione delle domande di prestito in quanto devono cercare di risolvere l'asimmetria informativa che esiste tra banca e clienti/imprese. Si deve tenere sempre ben presente che l'informazione è la chiave per la misurazione più accurata del rischio e permette una migliore allocazione dei mezzi finanziari.

Certamente la razionalizzazione del credito alle nuove imprese crea delle conseguenze negative in termini di sviluppo del progetto di business, in quanto l'impossibilità di ottenere mezzi finanziari da investire in nuovi progetti produce effetti negativi per l'impresa stessa e per il mercato.

Le banche, senza un aiuto professionale, hanno difficoltà nel reperire le informazioni necessarie per una corretta valutazione e molto spesso alti costi di informazione possono limitare la misura in cui una banca è disposta o è in grado di ottenere informazione sugli aspetti chiave che possono influenzare la decisione di prestito.

L’evoluzione del ruolo del commercialista e i tipi di rischi
L'accesso al finanziamento dipende essenzialmente dalle informazioni in possesso della banca, in quanto una migliore informazione permette un’accurata stima dei rischi e una diligente valutazione delle prospettive dell'impresa.

In primo luogo, le informazioni vengono fornite alla banca da parte dell'impresa stessa attraverso il parere professionale del suo commercialista. Questi due soggetti dovrebbero collaborare tra di loro per fornire informazioni attente e precise, in modo tale che l'istituto di credito sia in grado di valutare il progetto nel modo più giusto possibile.

Se questi due soggetti, invece, non collaborano tra di loro, le informazioni necessarie non sempre saranno disponibili o di qualità, anzi può succedere di peggio: le informazioni richieste possono essere costose da ottenere e addirittura di difficile interpretazione con un elevato tasso di rischio sia per la banca che per l’azienda.

Nasce il rischio di selezione avversa: le banche decidono di investire in imprese o progetti che poi falliscono o non riescono ad ottenere i guadagni desiderati. Può succedere addirittura che le banche decidono di non investire in progetti che poi potrebbero in realtà diventare profittevoli e di successo.

Il rischio di selezione avversa è un problema legato alla fase pre - contrattuale che sorge a causa del divario tra le informazioni possedute dalla banca e le informazioni possedute dall'impresa o dall'imprenditore, permettendo all'imprenditore di assumere dei comportamenti opportunistici.

In secondo luogo, esiste il rischio di azzardo morale: si tratta di un comportamento post -contrattuale compiuto dall'imprenditore dopo aver ottenuto il finanziamento dalla banca. Suddetto comportamento è possibile in quanto la banca non è in grado di monitorare gli imprenditori e le reali prospettive del loro progetto in seguito alla concessione del credito.

Conclusioni
L’evoluzione del sistema economico e, necessariamente, del tessuto normativo, preso atto di quello che viene comunemente denominato processo di globalizzazione, ha comportato il coinvolgimento delle PMI, in un trend che sembra sempre più confermato e in evoluzione con velocità crescente.

In tale ambito anche il ruolo del dottore commercialista che, per tradizione storica e per competenze interdisciplinari, si pone come interlocutore privilegiato delle PMI, è destinato a cambiare, subendo ovviamente le conseguenze dei fattori di rischio, ma anche sfruttando le opportunità che si presentano.

In un sistema ancora fortemente incentrato sul sistema bancario, quale aiuto principale per le PMI italiane, emerge con sempre maggiore rilevanza, il ruolo fondamentale del Commercialista specializzato in materia di finanza aziendale, con un focus particolare relativo alle tematiche del Rating - Rating Advisory - e dei canali complementari a quello bancario.

È opportuno rilevare, inoltre, come il rapporto banca-impresa sia stato di recente ulteriormente modificato da due elementi fondamentali, il primo dei quali è rappresentato dall’entrata in vigore del regime imposto da Basilea 3. Il nuovo framework, stabilendo requisiti patrimoniali sempre più severi e una gestione del credito sempre più prudente da parte delle banche, impone anche alle aziende un’adeguata pianificazione finanziaria e un livello di attenzione sempre più elevato nei confronti dei fattori quantitativi e qualitativi che influenzano il Rating e, di conseguenza, la possibilità di ottenere risorse da parte degli istituti di credito.

In definitiva, alla luce del nuovo quadro regolamentare, appare chiaro come le aziende debbano adottare un approccio al Risk Management maggiormente proattivo, che si sostanzi in una corretta attività di analisi, pianificazione e monitoraggio, permettendo una periodica, tempestiva ed esaustiva comunicazione finanziaria ed un dialogo trasparente, efficiente ed efficace con i vari stakeholders aziendali, tra cui, ovviamente, gli interlocutori del sistema bancario.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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