La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato il documento relativo alle stime del fatturato 2023 – 2024 delle società di capitali dal quale emerge che il rallentamento del Pil e l’inflazione hanno provocato un significativo calo dei fatturati aziendali. In particolare, nel 2023 i ricavi reali sono - 2,8% e nel 2024 +0,2%. Dopo la grande ripresa post-covid del biennio 2021-2022, in cui il fatturato era cresciuto del 23,6% nel 2021 e del 17,4% nel 2022, secondo i commercialisti nel biennio 2023-2024 assisteremo ad una fase di contenimento, che in alcuni casi potrebbe determinare anche situazioni di crisi.
Su un campione di quasi 700 mila bilanci di società di capitali, nel 2022 i dati aggregati indicano un quadro economico positivo che segue gli ottimi risultati fatti registrare nel 2021. A livello aggregato, il valore della produzione per dipendente è aumentato del 19,5% rispetto al 2021. Tale incremento supporta anche il risultato operativo, che registra un incremento del 23% in confronto con il 2021.
Tuttavia, nonostante un incremento degli oneri finanziari, il risultato prima delle imposte aumenta fino a raggiungere i 23.392 euro per dipendente (+17,7%). Le imposte sul reddito crescono del 23,5%, mentre l’utile netto per dipendente raggiunge il valore di 17.229 euro, in aumento del 15,7% rispetto all’anno precedente. Invece, risulta quasi invariato il patrimonio netto per dipendente, che ha fatto registrare un incremento dello 0,3%, mentre i debiti sono aumentati del 2,1%.
I commercialisti segnalano un forte aumento del risultato operativo tra le grandi imprese (+47,2%) che presentano, però, un valore medio per dipendente più basso rispetto agli altri segmenti dimensionali.
Ricavi - Nel 2022 i dati indicano una crescita del fatturato nominale pari al 26,1% che si traduce in un +16,4% in termini reali, cioè al netto dell’inflazione. La crescita nominale del fatturato è più elevata nelle imprese di maggiori dimensioni. In particolare, tra le medie imprese il fatturato è aumentato del 29,3%, mentre tra le grandi imprese la crescita è stata del 27,6%.
Valore aggiunto - Il valore aggiunto, rappresentato dalla differenza tra valore della produzione e costi esterni, è aumentato del 10,1%. L’incremento di tale indicatore è stato maggiore nelle imprese di minori dimensioni rispetto alle medie e alle grandi. Il Sud è l’area territoriale con la crescita più elevata del valore aggiunto (+18,5%) seguito dal Centro (+13,3%), dal Nord-est (+10,9%) e dal Nord-ovest (+6,8%).
Dipendenti - Nel corso del 2022, a fronte dell’aumento del 26,1% del fatturato, il numero totale dei dipendenti occupati nelle società di capitali è aumentato del 5,6%. La crescita più elevata (+9,1%) si è verificata nelle grandi imprese. Sul piano territoriale l’incremento più elevato si è verificato nel Nord-est (+6,2%).
Società in utile - Sulla base dei bilanci relativi all’anno 2022, le società in utile sono pari al 75,4% del totale, in decremento rispetto al 2021 (76,8%). La quota di società che presentano un bilancio in utile è più elevata tra le piccole imprese (10-49 dipendenti) (87,6%), mentre la quota più bassa si registra tra le grandi imprese (+250 dipendenti) (71,5%).
Indicatori settoriali - La variazione percentuale dei ricavi sul piano settoriale appare piuttosto diversificata. Si va dal +78,8% del settore «Energia, acqua e rifiuti» al +3,4% del settore «Attività sportive». I commercialisti segnalano «Information technology» e «Servizi professionali e altri servizi» con tassi di crescita superiori al 30%. Alcuni settori mostrano percentuali comprese tra il 20 e il 30%: Industria manifatturiera (+22,5%), Commercio (+23%), Altre attività di servizi alla persona (+21,2%). Diversi settori presentano tassi di crescita del fatturato tra 10 e 20%: «Agricoltura, Industria estrattiva», «Riparazioni meccaniche e di macchinari», «Costruzioni», «Trasporti e logistica», «Ristoranti e alberghi», «Sanità», «Arte e cultura». I settori con tassi di crescita del fatturato inferiori al 10%, ma comunque positivi, sono, oltre alle «Attività sportive», «Editoria, Cinema e telecomunicazioni» (+4,5%), «Attività immobiliari» (+5,9%), «Istruzione» (+8,1%).
Indicatori territoriali - Le regioni che fanno registrare la crescita più elevata dei ricavi sono Lazio (+53,6%), Valle d’Aosta (+42,8%) e Sardegna (+42,5%). Le regioni con la crescita dei ricavi più bassa sono Umbria (+12%), Marche (+16%) e Piemonte (+16,4%). Invece, le province con la crescita dei ricavi più elevata sono Siracusa (+153%), Latina (+63,4%) e Cagliari (+60,4%).
Per quanto riguarda i dipendenti, le regioni con la crescita più elevata sono nel Sud e sono Calabria (+12,7%) e Sicilia (+8,1%), mentre altre due regioni del Sud fanno registrare il calo maggiore e sono Basilicata (-8,6%) e Molise (-4,6%). Tra le province, Sondrio fa registrare una crescita molto elevata (+284,8%) seguita da Agrigento (+28,4%) e da Cosenza (+25,7%).
Le province con un calo dei dipendenti sono Potenza (-13,8%), Campobasso (-11,3%), Nuoro (-9,7%), Siracusa (-9,4%), Salerno (-2,4%) e Benevento (-1,2%).
Infine, la Campania è la regione con la quota di società in utile più elevata (78,1%), mentre il Lazio è la regione con la quota più bassa (69,4%). Tra le province, quelle con la quota più alta di società in utile sono Salerno (79,6%), Belluno (79,5%) e Caserta (78,7%). Le province con la quota più bassa di società in utile sono Grosseto (64,7%), Imperia (66%) e Savona (66,5%).