3 dicembre 2015

Crisi d’impresa: i commercialisti al centro della riforma

Autore: redazione fiscal focus

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti apprezza il grande lavoro svolto dalla Commissione istituita presso il Ministero della Giustizia, presieduta da Renato Rordorf, e finalizzata alla riforma della disciplina delle procedure concorsuali.


Tuttavia, viene anche chiesto “di non trascurare la bontà di istituti e di funzioni tipici del nostro ordinamento che fino ad oggi hanno rappresentato garanzia per il sistema economico e per il funzionamento delle imprese”.


È questo, in poche parole, quanto è stato espresso nel corso di un’audizione della Commissione Procedure Concorsuali tenutasi nella sede del Ministero della Giustizia.



La voce dei commercialisti


Lo schema di disegno di legge delega recante la “Delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa”, elaborato dalla Commissione Procedure Concorsuali, presenta sicuri profili di rilevanza per i professionisti che, quotidianamente, si occupano della crisi d’impresa.


Ecco il motivo per il quale si è ritenuto importante proporre alcuni suggerimenti: affinché il dato normativo si avvicini il più possibile all’attuale contesto socio-economico.


In primo luogo viene sottolineato che si ritiene estremamente importante intervenire con una riforma organica.


Al contrario, alcune perplessità sono sorte a seguito dell’intervento effettuato per tramite del decreto legge n. 83/2015 convertito con modificazioni dalla legge n. 132/2015, il quale è andato a modificare singoli istituti (e, soprattutto, la disciplina del concordato preventivo), senza garantire una visione d’insieme della disciplina.


Quest’ultimo è solo uno dei tanti interventi che negli anni hanno portato ad una “stratificazione di provvedimenti normativi”: moltissimi sono stati gli interventi riformatori, tutti spesso guidati da necessità contingenti, “senza opportune riflessioni e più che altro senza la necessaria attività di coordinamento tra i differenti estensori”.


Questo comportamento del legislatore, unitamente alle differenze di prassi registrate in ambito locale e, nei Tribunali più grandi, anche nell’ambito delle stesse sezioni fallimentari, hanno causato non pochi problemi interpretativi anche per gli stessi professionisti.


Per gli anzidetti motivi, una riforma organica rappresenta sicuramente un passo importante per il nostro Paese.


Tuttavia, il Consiglio Nazionale “richiama gli estensori del progetto a non trascurare la bontà di istituti e di funzioni tipici del nostro ordinamento che fino ad oggi hanno rappresentato garanzia per il sistema economico e per il funzionamento delle imprese, in virtù di precipui obblighi e doveri imposti ex lege anche a tutela dei creditori”.


I principali dubbi dei professionisti ruotano intorno alla previsione di esternalizzare il meccanismo di emersione della crisi.


Secondo il presidente della categoria, Gerardo Longobardi, infatti, il sopraggiungere di una situazione di crisi “non ha bisogno di essere portato al di fuori della società, dal momento che è già declinato nel codice civile e nel TUF: la corretta osservanza dei precetti di legge da parte degli organi di controllo, vale a dire del collegio sindacale, consentirebbe di intercettare tempestivamente segnali di crisi, risolvendo per tramite dei flussi informativi e di provvedimenti adeguati alla realtà imprenditoriale, dunque con rimedi esclusivamente endosocietari, il pericolo di insolvenza”.


Viene a tal proposito ulteriormente sottolineato come, nel nostro ordinamento esistano già “rimedi incisivi in questo ambito, dal momento che il collegio sindacale è tenuto a rimettere prima la questione all’organo decisionale e, poi, in casi estremi, ad esternalizzare il dissidio con l’organo di amministrazione, demandando al Tribunale un importate ruolo di ripristino della legalità.”




Viene invece espresso parere positivo sull’intenzione della Commissione Rordorf di qualificare giuridicamente il concetto di crisi, così da distinguerlo da quello di insolvenza, non solo da parte del presidente dei commercialisti Longobardi, ma anche dai consiglieri nazionali delegati alla materia Maria Rachele Vigani e Felice Ruscetta.

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