Le proposte dei dottori commercialisti sono pienamente condivisibili, e il Governo si impegnerà a trovare un veicolo legislativo per tramutarle in norme concrete.
Sono queste le parole del sottosegretario all’Interno, Gianpiero Bocci, che, nel corso del convegno tenutosi a Perugia nella giornata del 23 ottobre ha sposato le proposte dei professionisti.
Le modifiche necessarie - Al centro dell’attenzione ci sono una serie di modifiche da apportare al Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali (d.lgs. 267 del 18 agosto 2000), e alle disposizioni di legge ad esso collegate.
Più precisamente, le proposte riguardano:
- la modifica delle norme in tema di revisore alla prima esperienza, prevedendo l’inserimento in un organo collegiale e non più l’affidamento di incarichi di revisore unico, seppur in piccoli Comuni,
- il divieto di ulteriore incarico,
- l’introduzione del sistema di estrazione a sorte anche per i revisori delle società partecipate,
- la modifica della previsione che consente la nomina di un solo revisore nelle Unioni dei Comuni.
Al centro dell’attenzione vi sono, però, soprattutto i compensi.
Compensi che sono decisamente troppo bassi, e non adeguatamente commisurati alle responsabilità e all’impegno dei revisori, e che spesso conducono il professionista a rifiutare l’incarico, pur di non rischiare di lavorare in perdita.
Il contributo dei commercialisti - Come ricorda il Vicepresidente della categoria, Davide Di Russo, che nel corso del convegno di Perugia ha dibattuto con Bocci, “i commercialisti sono determinanti nella funzione di tutela della correttezza dell’informazione economico-finanziaria. Proprio perché consapevole della delicatezza di questa funzione della professione, il Consiglio nazionale ha fornito il proprio contributo di competenze tecniche e di esperienze operative per contribuire ad una maggiore coerenza ed efficacia del quadro normativo di riferimento. Contributo che, come fanno sperare le dichiarazioni di Bocci, potrebbe essere ora recepito dall’esecutivo”.
D’altronde non è la prima volta che il Consiglio nazionale cerca di far sentire la sua voce in merito alle questioni in oggetto.
Già nel mese di settembre il Vicepresidente Davide Di Russo aveva invitato ad un confronto sulla “razionalizzazione dei controlli” non solo il dipartimento Finanza locale del Ministero dell’Interno ma anche il Premier Renzi, il quale, in un’intervista radiofonica, aveva anticipato l’intenzione dell’esecutivo di ridurre il numero dei membri degli organi di controllo.
Anche in quella occasione, i commercialisti avevano sottolineato di essere pronti ad affrontare in maniera organica il tema della razionalizzazione complessiva del sistema dei controlli negli enti pubblici, ricordando che, in ogni caso, è necessario partire dalla consapevolezza che “l’organo di revisione è il primo, autentico presidio di legalità dell’ente pubblico e delle società a partecipazione pubblica e privata, a tutela della comunità di riferimento”.
La soddisfazione del CNDCEC - Grande è stata la soddisfazione espressa dal presidente del Consiglio nazionale della categoria, Gerardo Longobardi, per le parole del sottosegretario Bocci.
Nel corso del convengo, infatti, si è profilata la concreta possibilità di metter mano ad una materia decisiva per il Paese.
Particolare soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dell’Ordine dei commercialisti di Perugia, Marcella Galvani, non solo perché proprio a Perugia sono state accolte le proposte del Consiglio nazionale, ma soprattutto perché “si tratta di un momento importante nell'ambito di un percorso complesso durante il quale, come Ordine di Perugia, abbiamo fornito il nostro contributo di pensiero. L'auspicio è che l'iter legislativo possa svilupparsi e concludersi in tempi brevi”.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata