27 febbraio 2013

ANCORA PER MOLTO???

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, abbiamo davanti agli occhi una situazione dal carattere epocale che, dopo una campagna elettorale breve quanto accesa, ci ha messi muso a muso con un fenomeno d’allerta: ha vinto il voto di protesta, promotore della volontà di spazzare via definitivamente la cosiddetta CASTA.

I salotti capitolini soffriranno molto a causa di tale inversione di marcia, gli ospiti di sempre abituati a sperperare il denaro pubblico dovranno accettare l’alt imposto dal voto popolare e c’è il sentore che finalmente anch’essi possano conoscere l’importanza del pudore! Ma non tutte le prospettive sono rosee, nel senso che lo scenario prospettato è a dir poco inquietante. La legge elettorale (per la quale i neoeletti dovranno pensare a una sostanziale modifica) ha generato lo spettro dell’ingovernabilità, che aspetta dietro l’angolo la fine dei festeggiamenti trasversali dovuti alla bocciatura dei politici (e dei tecnici, che sono stati i veri sconfitti della tornata elettorale). Il rischio di nuove elezioni non è quindi estraneo.

Ora, passando dalla politica nazionale a quella della nostra categoria, vediamo che il contesto non pare essere differente, in quanto per grandi linee anche all’interno del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili stiamo vivendo un momento di stasi.

E finalmente anche le sigle sindacali (due, finora) hanno preso atto della necessità di accantonare gli scontri per ricostruire di sana pianta la categoria. Il punto è che ora, a causa della congiuntura politica ed economica, non possiamo permetterci di rimanere arenati. Dobbiamo crescere. Pertanto ben comprendo le ragioni, più o meno valide, di quei colleghi che hanno voluto esporre un certo problema agli organi istituzionali; tuttavia questi, a loro volta, sono anche chiamati a capire che l’interesse della categoria deve surclassare quello personale, altrimenti qui non si va da nessuna parte.

Dopo la prima tornata elettorale, con tutti i problemi venuti a galla, l’ex presidente Siciliotti aveva ceduto il testimone a Massimo Miani che, insieme a Raffaele Marcello, aveva preso la guida della lista. La controparte, rivedendo i propri candidati, aveva continuato a prestare fiducia alla leadership Gerardo Longobardi – Davide Di Russo.

Il naturale evolversi degli eventi avrebbe dovuto condurci alle elezioni del 20 febbraio e a quest’ora avremmo avuto un presidente, un vicepresidente e una squadra governativa. Invece ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano e con una parte dei candidati (nella lista di Miani) che di fatto hanno bloccato le elezioni firmando i ricorsi.

Ecco, a questo punto non sarebbe per nulla costruttivo esprimere ancora critiche nei confronti dei colleghi che, pur aspirando alla carica di consiglieri nazionali, fanno di tutto per vedere riconosciute le loro “verità”. Per questo sono fermamente convinto che sarebbe il caso di far emergere, tra tutto questo astio, il senso di responsabilità di cui ciascuno è provvisto e, abbandonando le liti, andare finalmente al voto.
Se questo mio auspicio mi fa meritare l’appellativo di partigiano, non mi resta che accettarlo, perché la parte per la quale tengo e per la quale lavoro quotidianamente è quella alla quale tutti dovrebbero essere riconoscenti: la CATEGORIA. Siamo davanti a un eccessivo grado di instabilità e insicurezza, non possiamo accettare ancora per molto il commissariamento e non mi pare vi siano altre soluzioni se non quella di ritornare alle urne.

Le elezioni dovrebbero essere la massima espressione di una democrazia. Quindi il nostro compito dovrebbe essere quello di tutelare gli iscritti permettendo l’onesto svolgimento delle operazioni di voto, ritornando così ad essere una categoria compatta con un presidente largamente condiviso in grado di proteggerla e tutelarla.

Se non optassimo per questa direzione, purtroppo ci aspetterebbe il vuoto… così come sta accadendo al Parlamento. Roberto Gervaso, de Il Messaggero, scrive “se non siete nessuno e volete sentirvi qualcuno, fate politica”. Ecco, vorrei solo che la nostra categoria non finisse col fare la figura dei tanti ‘nessuno’ che scimmiottano la politica solo per emergere, senza stringere mai nulla di concreto e costruttivo.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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