15 agosto 2012

Buon Ferragosto... ma con sobrietà!

A cura di Antonio Gigliotti

Finalmente sono arrivare queste agognate ferie estive! Eppure quanto appare mutata l’atmosfera rispetto ad almeno un decennio fa. Ricordo che l’attesa di Ferragosto racchiudeva in sé una serie di sentimenti e aspettative molteplici, che coinvolgevano tutta la famiglia e miravano a un ricercato quanto meritato bisogno di divertimento. L’intero Paese si rendeva partecipe di ciò che si presentava alla stregua di un vero e proprio esodo d’agosto. Intorno al quindici del mese tutte le famiglie italiane, abbienti o meno, riempivano borse, auto, zaini e partivano alla volta di una nuova avventura oppure alla riscoperta dei posti di ogni estate. Si trattava di giorni che nella maggior parte dei casi erano un tempo utile per ricongiungere le famiglie, per ritrovarsi fra zii e cugini, nonni e nipoti.

Tutti insieme per scrollarsi di dosso mesi di duro, faticoso e incessante lavoro negli uffici, nelle scuole, nei cantieri o nelle fabbriche.

La lira era scarsa eppure sufficiente a fronteggiare i bisogni familiari. Era ancora lontana quella moneta unica che, ahimè, avrebbe dovuto tutelarci, arricchirci… renderci più sicuri…

I tg nazionali mostravano lunghe sequenze di auto incolonnate sulle autostrade, stracariche di bagagli e gente che, nonostante il solleone, era felice d’essere in viaggio lontano da casa, dalla solita routine.

Anche i politici andavano in ferie. Le loro estati, simili in tutto e per tutto a quelle delle star della tv, si coloravano di feste e gossip che andava riempiendo i giornaletti da spiaggia. Era anche l’epoca dei party in Sardegna del nostro ex Presidente del Consiglio, che addirittura arrivò a lanciare la moda della bandana bianca in testa, indossata nientemeno che per accogliere l’allora premier britannico Tony Blair e consorte, sdoganando un look estremamente informale e tipicamente vacanziero.

Ecco, mi sembra una vita fa… eppure non è trascorsa che una manciata di anni.

Il fatto è che a cadere tra il capo e il collo di una vita da italiano medio, a dir poco serena, con le solite difficoltà quotidiane e la sicurezza della gita fuori porta a Ferragosto, è arrivata la crisi. Questo essere oscuro che alberga e si riproduce su tutti i giornali italiani, da quelli leggeri alle testate settoriali.

La crisi… tale è stata la preoccupazione cardine dell’estate 2011, con due manovre finanziarie, un decreto sviluppo e il governo Berlusconi, l’ultimo finora, in equilibrio instabile. Così, con lo spread impazzito e la povertà che avanzava, il testimone esecutivo venne affidato in autunno alla squadra tecnica, ossia il governo tuttora in carica. Il team che avrebbe dovuto traghettarci verso un’era più rosea… e invece? Ecco giunta nuovamente l’estate… tale e quale a come l’avevamo lasciata lo scorso anno. Solito spread impazzito, solite manovre con nomi diversi, tasse più alte, solita carenza di liquidità… solite storie e problemi di sempre. Ma con un paio di valori aggiunti: rigore e sobrietà. Il governo li va predicando da novembre.

Rigore e sobrietà.
Ecco il tormentone dell’estate 2012. Anche se per alcuni il rigore e la sobrietà sono diventati dei gadget modaioli. Infatti oggi invece dell’italiano medio in tenuta vacanziera, i tg nazionali ci sciorinano politici o appartenenti all’alta finanza che sostengono di non poter andare in vacanza oppure di optare per modalità di riposo estivo più sobrie rispetto al passato. Perché? Ebbene… c’è la crisi!!! Loro lo hanno capito, pertanto sacrificheranno le ferie d’agosto. Ovviamente ancora non s’è capito come si distingue una vacanza sobria da una classica, forse metteranno vestiti dai colori meno sgargianti, non faranno festa tutte le sere e limiteranno le spese esose. Rigore e sobrietà.

Alla faccia di chi in ferie non potrà andarci non per moda, quanto piuttosto perché non ha i soldi per permettersele. Ormai i soldi mancano per le esigenze quotidiane. Forse però questi non sanno nulla circa l’aumento dell’indice della disoccupazione e quello degli italiani che hanno perso il lavoro in questi ultimi anni.

Proprio a questi politici sobri e rigorosi vorrei dire che a noi non importa dove trascorrerete queste due settimane di agosto che ci rimangono. Sapete cosa ci interessa? Ebbene, non è quello che fate quando non lavorate, bensì quello che non fate quando lavorate. Il risultato del vostro lavoro è sotto gli occhi di tutti: un’Italia sempre più somigliante alla vicina Grecia.

Così, chiudendo questa breve riflessione, non mi rimane altro da fare che salutarvi affettuosamente...Il mio augurio è che possiate trascorrere questo giorno in piena serenità e, se il dio Befera lo riterrà opportuno (!), anche noi commercialisti forse oggi ci fermeremo!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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