1 giugno 2016

Commercialisti... Caro Gerardo perchè ci dobbiamo fare trattare così?

A cura di Antonio Gigliotti

Caro Presidente, con tutta la stima che nutro nei tuoi confronti, non posso esimermi da scriverti queste due righe, frutto di tanta rabbia raccolta in giro per l'Italia e alimentata da giorni di corsi.
Ho visto colleghi sempre di corsa, stanchi, arrabbiati, stremati e sconfortati. Così mi son deciso a scriverti. Sei la nostra unica fonte di speranza, soprattutto per il ruolo che rivesti.
Mi sorgono spontanee una serie di domande: perché dobbiamo essere considerati scomodi vassalli?
Perché ieri è stato varato il provvedimento che mette in scaletta la proroga del 730 dal 7 al 23 luglio ed invece della nostra proroga, relativa ai termini di versamento di Unico 2016 in scadenza il prossimo 16 giugno, neanche l'ombra?
Perché ci trattano come dei subalterni?
Che senso avrebbe se ci elemosinassero la proroga qualche giorno prima della scadenza?
C'è chi ci ha spiegato che non si parla di proroga perché non siamo preparati alla scadenza. Eppure i primi mesi dell'anno abbiamo inviato dati per completare il 730 con le spese sanitarie, e poi con le CU.
È mai possibile che a giugno mi sia arrivata una circolare sugli studi di settore di circa 50 pagine?
Alla faccia della semplificazione! Quale “leggiadria letteraria” ci vuole per leggerla, studiarla e poi applicarla in pochi giorni? E' questa la riorganizzazione delle scadenze che ci avevano promesso?
Caro Gerardo io credo che tu conosca bene gli occhi stanchi dei colleghi. Cerchiamo di dare un riscatto alla categoria, finora abbiamo preso solo scoppole.
Non sarebbe stato logico in questo provvedimento dare la proroga di Unico e consentire a tutti di affrontare una delle scadenze più importanti dell'anno con serenità?
Non stiamo chiedendo la luna, ma il giusto riconoscimento per una categoria che, mi rattrista dirlo, è considerata troppo poco, veramente troppo poco!
Non possiamo più accettare questo svilimento. Ti chiedo di non volgere altrove lo sguardo e lo faccio a nome di decine di migliaia di colleghi che mi scrivono in redazione e di decine e decine di persone che me lo chiedono, nei paesi più remoti d'Italia.
Non chiudiamo gli occhi, non rimandiamo a domani. Perché il futuro sembra sempre tanto lontano, ma comincia proprio adesso.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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