3 aprile 2014

COMMERCIALISTI ED EVASIONE: DANNO E BEFFA!

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
uno dei tanti temi affrontanti nel periodo in cui eravamo in mano ai tecnici (governo Monti), era quello della circolazione del contante che, a loro dire, riducendone il limite, sarebbe stata una soluzione per combattere l’evasione fiscale.

Noi abbiamo da sempre sostenuto che per combattere l’evasione, che oggi si aggira intorno ai 130 miliardi, questo espediente non fosse adeguato e che sarebbero stati utili altri provvedimenti, che avrebbero portato dei risultati diversi e magari più concreti.

Siamo ancora convinti delle nostre idee. Non smuoviamo di una virgola le critiche a quei provvedimenti mirati solo a imporre vincoli e difficoltà alle imprese e ai contribuenti. O addirittura introdotti al fine di generare dei benefici per altri soggetti, quali ad esempio gli istituti bancari, i soli a vedere di buon grado un siffatto intervento.

Tuttavia, giusto per dimostrare che non spariamo a zero sulle istituzioni, ma che quando c’è qualcosa di buono con onestà ci accingiamo a segnalarlo, dobbiamo dare atto, con vivo piacere, che qualche giorno fa lo stesso viceministro dell’Economia e delle Finanze, Luigi Casero, e il vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate, Marco Di Capua, nel corso di una intervista televisiva, ammettevano che la norma introdotta dal governo Monti, il tecnico per eccellenza, abbassando la soglia ai mille euro non ha portato alcun beneficio.

Insomma, li aspettavamo al varco! Noi lo avevamo già detto e ripetuto allorquando quella norma sul limite al pagamento cash era stata emanata! Io lo ricordo perfettamente. Era ora, dunque, che anche i funzionari se ne rendessero conto. Meglio tardi che mai!

Ecco, a questo punto credo che sia giunto il momento di dire basta. Abbiamo avuto già da troppi anni, tecnici o presunti tali, il cui frutto dei rispettivi interventi è sotto gli occhi di tutti.

Abbiamo bisogno invece di Politici “operai” in grado di capire le reali esigenze dei contribuenti, perché hanno vissuto in mezzo a loro e non sono stati invece comodamente sdraiati sulle poltrone dei vari palazzi. Personalità genuine che si diano da fare cercando di risolvere i problemi della gente, non invece come hanno fatto tanti di loro che sono stati in grado solo di coltivare gli interessi personali.

Diciamo BASTA a questo genere di politici arroganti e presuntuosi, che pensano di combattere l’evasione con simili strumenti, non capendo invece che hanno affossato l’economia intera.

Ma come si può pensare che siano simili provvedimenti o vari blitz televisivi a stanare gli evasori?

E se invece ci si fosse concentrati sulle operazioni internazionali, dove si annida il grosso dell’evasione, forse non sarebbe stato più proficuo?

Ecco, mi viene da ridere quando questi sedicenti sostenitori del ‘no cash’ prendono ad esempio gli Stati Uniti, dove (dicono loro) anche un caffè si paga con la carta di credito. Possibile che questi non si rendano conto di essere in Italia, dove le operazioni bancarie hanno un costo e gli anziani hanno difficoltà a pagare con la carta? Se solo penso a mia madre che deve andare in giro con la carta di credito o altro strumento simile, mi viene da ridere.

La lotta all’evasione non è tanto immune da spese, come vogliono farci credere. Tant’è che un recente studio condotto dall’Odcec di Monza e Brianza, guidato da Gilberto Gelosa (finalmente un Ordine a fornire dati e analisi!) ha rilevato che i costi di questo “contrasto” gravano in buona parte sui contribuenti; ad esempio la comunicazione delle lettere d’intento ricevute costa mediamente per singolo cliente 183,52 euro, la Comunicazione Paesi black list 275,42; l’Istanza di rimborso IRES per mancata deduzione IRAP 305,01.

In buona sostanza da ciò che emerge dal suddetto studio, si può facilmente dimostrare con i fatti e con i numeri che c’è un costo della lotta all'evasione che commercialisti e con loro i contribuenti stanno sostenendo.

Se a tutto ciò aggiungiamo poi che tanti di questi provvedimenti sono inutili, allora oltre al danno abbiamo anche la beffa.

“La politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere”. Quanto sono vere, oggi, queste parole dello scrittore Luciano Bianciardi? Io direi che rappresentano in pieno la situazione del nostro Paese. Dunque, a me non resta che sperare che i prossimi provvedimenti siano adottati da competenti e magari da veri tecnici.
Tutto il resto sono parole…
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