18 dicembre 2013

COMMERCIALISTI IN-FORCATI

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

la misura è colma. L’ho ripetuto così tante volte che alla fine è arrivata quella in cui non c’è più spazio per altra acqua. Siamo arrivati all’orlo e siamo quasi sul punto di precipitare. Non l’ ha forse ampiamente dimostrato la manifestazione di ieri a Roma portata avanti dai cosiddetti forconi? Non sono forse dei cittadini, dei contribuenti, dei lavoratori, degli imprenditori che non ce la fanno più a dover ingoiare le pretese dello Stato senza da esso ricevere in cambio neanche un diritto né un sostegno?

Ecco, pur prendendo le distanze da qualsiasi manifestazione di violenza e intolleranza, sento di dover dichiarare in maniera aperta che la battaglia di ieri avrebbe dovuto essere anche la nostra, quella dei commercialisti vessati e oppressi che, senza una governance ormai da troppo tempo, non sono più in grado di ottenere quelle garanzie e quel rispetto della giustizia tributaria previsti dallo statuto del Contribuente. Quelle persone che ieri manifestavano a Roma sono la gente comune tra le cui fila avrebbe dovuto trovarsi la categoria. Purtroppo però non siamo stati in grado di scendere davvero in piazza e di gridare la nostra insoddisfazione, il nostro malcontento dilagante e la nostra incapacità di star dietro a un’Amministrazione Finanziaria che è sempre indecisa, disfa oggi quel che ha fatto ieri per poi reintrodurlo domani.

Purtroppo molti sono stati gli appelli, lanciati tra l’altro anche dalle pagine di questo giornale. Appelli rimasti inascoltati prima dai vertici della categoria, poi da quelli delle istituzioni che avrebbero dovuto darci chiarezza e invece ci hanno gettato ancora di più nel baratro. E noi? Perché noi non riusciamo a unirci e scendere in piazza? A volte temo che ognuno pensi al proprio orticello, senza spingersi al di là della staccionata per unire le proprie difficoltà a quelle degli altri e venirne fuori più forti. In fondo è quello che stanno facendo i forconi. Si sono uniti, si sono chiamati da tutta l’Italia, si sono fatti sentire, hanno creato disagio e sono scesi in piazza. A gridare quanto poco si sentano tutelati. Questa poteva essere un’occasione anche per noi, ormai da tanto tempo assuefatti a una sorta di sudditanza nonostante il palese fallimento del sistema fiscale.

Cosa aspettiamo? Un consiglio direttivo? Ebbene, probabilmente fra qualche mese lo avremo, sempreché si decidano a indire nuove elezioni. E allora credete che cambierà qualcosa? Io penso che se continuiamo con questa totale apatia, anche se riusciremo a ottenere una governance solida, non si potrà andare molto lontano. Sarebbe come mettere un buon pilota dentro un catorcio arrugginito. Il nostro compito oggi sarebbe quello di creare un terreno fertile nel quale far attecchire la squadra direttiva che fra cinque o sei mesi (forse) avremo. Se rimaniamo zitti e buoni ad accettare tutte le inutili disposizioni dell’Amministrazione Finanziaria, che ha definitivamente fatto crollare l’apparato fiscale, le speranze di un futuro migliore possono considerarsi nient’altro che vane. Non lo avremo mai un futuro migliore, se contiamo così.

Prendiamo un semplice caso, quello del redditometro. L’Amministrazione, invece di concentrarsi sull’efficientamento della certezza nel sistema fiscale, preferisce dedicare tutte le proprie risorse nella lotta all’evasione. Bene, è un obiettivo encomiabile! Tuttavia ritengo che focalizzarsi da anni su uno strumento che ancora non è neanche partito sia una mera perdita di tempo. Non sarebbe questo uno dei tanti buoni motivi che dovrebbe spingerci in piazza?

Ecco, il nostro compito penso debba essere quello di mettere insieme tutte queste piccole falle di un sistema in fase di declino e trasformarle in azione, in manifestazione, in richiesta di chiarezza e tutele. Diceva il sociologo Zygmunt Bauman che “se il pensiero è sicuramente inefficace senza azione, l'azione senza pensiero lo è altrettanto”.

Noi il pensiero lo abbiamo, ora dobbiamo portare avanti l’azione!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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