23 maggio 2011

Concorrenza (s)leale

A cura di
Antonio Gigliotti

Concorrenza, croce e delizia del mercato. Tutti la vogliono e nessuno se la prende. Se in teoria è auspicabile che più imprese competano sul medesimo mercato producendo i medesimi beni o servizi (offerta) che soddisfano una pluralità di acquirenti (domanda), spesso e volentieri accade che vengano utilizzate tecniche e mezzi illeciti per ottenere un vantaggio sui competitori o per arrecare loro un danno.

Pensiamo soltanto al nostro settore professionale: anche il commercialista subisce la concorrenza dei colleghi. Quando è leale il risultato è una maggiore competizione sulla qualità, i prezzi, i servizi offerti che si traduce, poi, in un vantaggio per il cliente che, libero di scegliere, opterà per la migliore offerta. Quel che preoccupa, invece, è l’eventualità che la concorrenza che possa instaurarsi sia di tipo “sleale”. Quella che ti “soffia” via il cliente perché, ad esempio, il collega riveste una carica in una banca come presidente e il mio cliente, impegnato finanziariamente con quell’istituto, si sente quasi in obbligo di cambiare studio. Per non pensare al caso del cliente “adescato” con la promessa di non fargli pagare più tasse o addirittura di concordare quelle da pagare.
Purtroppo esistono anche queste situazioni. Per fortuna rappresentano una piccolissima e insignificante minoranza… il resto, come si suole dire, sono persone serie.

Riflettendo su questo tema, sono arrivato alla conclusione che chi mette in campo strategie sleali, non solo è più eticamente disinibito, ma deve possedere anche una componente di vigliaccheria ed una buona dose di invidia.
Ed è questa, a mio modesto giudizio una delle forme più pericolose di concorrenza. Infatti, pur di raggiungere il suo obiettivo, non risparmia, metodi poco corretti e vigliacchi per colpire l’avversario. “Pochi sono gli uomini pronti a rendere omaggio, senza sentimenti di invidia, al successo di un amico” diceva già Eschilo ai suoi tempi.

Non possiamo che continuare a fare tesoro delle intuizioni che importanti pensatori hanno fatto prima di noi ed imparare che la slealtà è una tentazione per l’uomo. Proprio per questo molte persone la inseguono. Ma, è importante ribadirlo, sono molti anche coloro che , nonostante tutto, hanno il coraggio e la consapevolezza per andare avanti.
Io suggerisco a tutti quei colleghi che si trovano a subire la concorrenza, quella sleale, quanto scritto da Johann Wolfang Goethe: “Se perderai anche tutti i tuoi beni non disperare: potranno essere ritrovati. Se perderai l’onore, non disperare: forse potrai ricostruirti una nuova fama. Ma se perderai il coraggio, ogni via di ripresa ti sarà preclusa”.

Abbiate coraggio cari colleghi e poniamoci degli orizzonti che siano sempre verticali. Evitiamo di discutere con chi non condivide il nostro progetto professionale e, mi permetto di aggiungere, di vita, gli altri potrebbero non accorgersi della differenza.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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