27 febbraio 2012

DARE E AVERE… Ma noi quando avremo??

A cura di Antonio Gigliotti

Ricorda, un pesce morto può solo seguire la corrente, ma ce ne vuole uno vivo per andare controcorrente (William Claude Field).

I sacrifici sono stati chiesti e fatti. L’austerità, osservata. Il peggio è stato scampato. L’Italia non ha fatto la fine della Grecia, sempre che questo fosse davvero il pericolo al quale era esposto il nostro Paese.

La squadra dei tecnici che ha commissariato la politica, sospeso il bisogno di consenso per governare, ci aveva promesso crescita ed invece ci ha dato solo oneri.

Dopo le manovre “Salva Italia” e “Cresci Italia”, ci si aspettava una manovra magari “Salva imprese”, considerato lo stato in cui versano le aziende italiane. Imprese soffocate dalla stretta finanziaria, non più in grado di produrre. E questo non è un buon segno, non solo per chi fa impresa, ma anche per tutti i cittadini. Per i lavoratori e per i consumatori.

Il Governo, qualche giorno fa, ha – tra l’altro – emanato un ulteriore decreto dai contenuti rivolti, ancora una volta, a combattere l’evasione e ad aumentare la base imponibile. Insomma, per farla breve, hanno voluto ancora una volta cercare di aumentare gli introiti verso le casse dello Stato.

Intanto, il provvedimento che avrebbe dovuto permettere a Monti di mantenere la promessa di una riduzione delle aliquote Irpef, sia pur dal 2014, viene dimenticato, per lasciar posto ad un comunicato, che invece dice, in modo abbastanza grottesco, che le novità sull’ICI, “determinano effetti positivi sul gettito”, con entrate non quantificabili preventivamente perché “saranno accertate a consuntivo e potranno essere destinate, per la quota di spettanza statale, all’alleggerimento della pressione fiscale”. Come dire, intanto incassiamo anche dalla Chiesa, poi per l’eventuale restituzione delle somme incassate, tramite la riduzione delle tasse, ci penseremo in futuro.

Provvedimenti rivolti anche a creare nuove armi per combattere l’evasione, vedi ad esempio, l’introduzione di liste nere, nelle quali saranno iscritti coloro che si dimostreranno “riluttanti” nell’emettere scontrini e ricevute fiscali.

Fa certamente bene, il Governo, a stringere il cerchio attorno a chi non paga le tasse, questo è indubbio e condiviso, visto il gettito crescente che negli ultimi anni è stato sottratto all’economia.
Anche se comunque viene da chiedersi il perché non sia mai stato fatto prima.

Ma dopo l’emissione di tutti questi provvedimenti, mi chiedo: un Governo che ha fatto della lotta all’evasione fiscale il proprio cavallo di battaglia, pubblicizzandola anche ampiamente a livello mediatico, e dichiarando anche apertamente che il frutto di questa “guerra all’evasione fiscale” sarebbe andato a ridurre il prelievo fiscale per i contribuenti onesti, non sa forse che la riduzione in oggetto è assolutamente il minimo che ci si potesse aspettare???

Non si dovrebbe dimenticare che in Italia la pressione fiscale arriva al 43% circa del prodotto interno lordo e che quella effettiva in realtà arriva a circa il 52%. In sostanza per ogni mille euro di reddito prodotto almeno 500 vanno allo Stato, in tasse.
Il governo dei tecnici aveva promesso, quindi, che il ricavato dell’evasione e delle nuove tasse sarebbe stato in parte destinato alla riduzione del prelievo fiscale. Purtroppo di questa norma in effetti non c’è traccia.

Non c’è alcun provvedimento volto a far crescere le imprese, ma quello che abbiamo invece notato è che sono state introdotte diverse misure volte a dar ossigeno e sostegno alle banche. Quelle stesse banche che oggi riducono il credito alle imprese e che sono all’origine della crisi economica mondiale.

In Italia, oggi, gli unici ad essere soddisfatti sono i banchieri (guarda caso!). La gente comune oramai è rassegnata a subire “Monti & C.”, sol perché i partiti sarebbero addirittura peggio. E non mi si dica dunque che questo è consenso; direi piuttosto disperazione.

Se il governo dei politici deve rispondere nei confronti degli elettori, mi chiedo, a chi o a che cosa deve rispondere un governo di tecnici non eletto?

Si, alla lotta contro l’evasione, ma perché allora il governo non rompe il silenzio assoluto, senza necessariamente rendersi complice di uno Stato che è tra i peggiori pagatori?
Uno Stato che deve alle imprese circa 70 miliardi di euro.

In partita doppia, per gli amanti della ragioneria, esiste la regola del dare e dell’avere…… finora abbiamo solo dato…e mi chiedo … MA NOI QUANDO AVREMO??
Concludendo voglio ricordare, a coloro che giornalmente dedicano pagine intere di prestigiosi quotidiani alle proverbiali imprese raggiunte dall’attuale premier, un proverbio cinese che dice: “Ci sono soltanto due uomini perfetti: uno è morto e l'altro non è mai nato”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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