29 luglio 2014

ESTATE 2014: IGNORATI E TARTASSATI

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e collegi,

neanche col caldo il Fisco ci dà tregua! L’ingorgo che da anni sta caratterizzando il nostro sistema tributario non sembra essersi incamminato lungo la via dello spiegamento, anzi si può ben dire che ci sta facendo passare dalla padella alla brace. Non è cambiato quasi nulla e quel che è cambiato, in realtà, è peggiorato!

Proprio in questi giorni leggevo un interessante studio effettuato dalla Confcommercio sulla situazione fiscale dell’Italia. Ebbene, lo scenario non è dei più incoraggianti, tant’è che se si dovesse presentare ancora oggi qualcuno a parlarmi di risalita e di ripresa, mi verrebbe da ridergli sonoramente in faccia. In sostanza, dalle analisi condotte sui dati del 2013, è emerso che la pressione fiscale nel nostro Paese ha raggiunto il 53,2% dei redditi dichiarati, con una pressione fiscale apparente che si pone alla soglia del 44,1%. In entrambi i casi abbiamo degli indici pericolosamente alti! Da record mondiale! Ma i nostri politici e governanti cosa fanno? Giocano al tira e molla su riforme e riformine, mentre tutto intorno alla Penisola si sta sgretolando.

Questo è il quadro… e la riflessione alla quale conduce è altrettanto chiara: le imposte così alte frenano la ripresa! La ricetta alla quale fare riferimento, invece che continuare ad alzare le tasse, sarebbe quella di ridurre sia le procedure che i costi di una burocrazia ormai non più sostenibile. Si pensi infatti che, a mo’ di esempio, tra agosto e settembre ci saranno circa 400 adempimenti!! Sì, proprio così tanti da far girare la testa anche al commercialista più puntuale! Anzi, a proposito di puntualità, che bell’esempio ne hanno dato ultimamente, con la questione della proroga/non proroga alla trasmissione dei modelli 770/2014 in scadenza al 31 luglio!

E pensare che proprio nei giorni scorsi mi sono ritrovato concorde con quanto affermato dal presidente Renzi a Genova, in occasione dell’arrivo della Concordia. Il capo del governo ha detto che “se noi semplifichiamo la burocrazia, diamo efficienza la Fisco, diamo semplicità alle regole sul lavoro, possiamo uscire dalla crisi che è europea e non solo italiana”. Ecco, sante parole, aggiungerei io! E proprio perché sono tanto giuste e tanto precise, mi chiedo cosa aspetti il numero uno della squadra esecutiva a metterle in pratica!! Finché non si mette mano sulla burocrazia, per snellirla e ridurne le pretese, liberando così contribuenti e commercialisti da adempimenti ripetitivi o inutili, non usciremo mai dal tunnel. Questo è chiaro! Lo ha capito anche Renzi, ora sta a lui mettere in pratica ciò che ha recepito e fare in modo che non rimanga solo un gran bel discorso, come avveniva con governi che lo hanno preceduto.

La burocrazia malata è un’emergenza che sta sempre più assumendo un carattere di tipo sociale. Per tale ragione, questa estate, oltre all’emergenza ‘sbarchi’, dovremo fronteggiare anche quella del crescente ingorgo burocratico, in generale, e fiscale, nello specifico.

Il punto è che non so come leggere le parole di Renzi se vado a inserirle in un contesto difficile come è appunto il sistema fiscale italiano, fortemente disorganizzato e quasi ostile nei confronti sia dei contribuenti che dei loro intermediari. La già citata questione della proroga richiesta per la trasmissione del 770/2014 non è che la punta di un iceberg che di volta in volta diventa sempre più alto e più difficile da aggirare. Sullo specifico adempimento, la cui deadline, lo ripeto, è al 31 luglio, abbiamo assistito a un gioco di annunci ufficiosi e smentite che ci ha lasciati davvero senza parole. Un giorno infatti ci hanno detto che la proroga non era fattibile, il giorno dopo ci hanno invece illusi promettendoci uno spiraglio… del quale oggi siamo ancora in attesa!! E il tutto affidato però a canali non meramente ufficiali.

Il governo, in linea con quando affermato da Renzi, dovrebbe prendere atto di queste incongruenze e avviare lo snellimento proprio da qui.

Si tratta di piccoli passi che, messi insieme uno dopo l’altro, portano alla vera grande riforma della pedante burocrazia italiana.

Altrimenti le parole rimangono solo dei semplici spostamenti d’aria e volano via senza lasciare alcuna traccia concreta.
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